Protesta dei richiedenti asilo contro le lungaggini burocratiche
Si sono presentati in Comune dopo aver percorso a piedi il chilometro che divide il centro che li ospita in via Briante e il palazzo comunale

Si sono presentati in Comune a Somma Lombardo questa mattina, intorno alle 9.30, dopo aver percorso a piedi il chilometro che divide il centro che li ospita in via Briante e il palazzo comunale. Sono una quarantina di richiedenti asilo che si sono fatti accogliere in Comune per fare presente alle istituzioni una serie di rimostranze sulla scia di quanto avvenuto nei giorni scorsi anche a Samarate e prima ancora a Tradate.
Le loro richieste riguardano fondamentalmente due temi: le lungaggini burocratiche sulle pratiche delle loro richieste d’asilo e le condizioni della loro residenza nel centro sommese.
«Il clima fortunatamente è molto civile, siamo riuniti in una stanza del Comune e stiamo ascoltando le loro istanze – spiega l’assessore Stefano Aliprandini riunito insieme al sindaco e ad altri componenti della Giunta -. I problemi che stanno facendo presente sono relativi soprattutto ai ritardi nelle pratiche delle loro richieste d’asilo e alle concessione di permessi temporanei che non gli permette di muoversi alla ricerca di lavoro. Inoltre, hanno avanzato alcune questione sulle modalità di alloggio nel centro relative al cibo, alla connessione wi-fi e altri aspetti della convivenza».
Tra di loro ci sono anche i ragazzi che hanno partecipato ai progetti di manutenzione del verde e di altri lavori in città e alcuni si trovano nel limbo delle pratiche burocratiche ormai da due anni, ovvero dall’ottobre del 2014 quando venero affidati al centro di via Brinate. «In questo momento ascoltiamo quello che hanno da dire – spiega Aliprandini – poi vedremo come intervenire: sono tutte questioni che non riguardano il Comune di Somma Lombardo ma enti superiori pertanto dove non possiamo intervenire faremo presenti le criticità emerse al Prefetto e ai soggetti coinvolti».

Le rimostranze dei richiedenti asilo hanno scattato anche la reazione del consigliere provinciale leghista Giuseppe Longhin: «ritengo assurdo che più di 40 clandestini possano uscire dal centro di accoglienza e percorrere chilometri di strade a piedi e con cartelli inveendo contro lo stesso Governo che li obbliga a restare “prigionieri”, con vitto e alloggio pagati, per mesi in attesa dello status di “profugo” mai richiesto – scrive Longhin in una nota -. Come più volte ho già detto, trattasi di flussi migratori, persone in cerca di lavoro e non profughi. Soldi spesi, e per la provincia di Varese siamo arrivati ad oltre 17 milioni di euro, inutilmente per sfamare clandestini che non chiedono altro di essere lasciati “liberi” di andare a lavorare nell’Europa del nord».
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