Derval, la mamma che spiega le app ai bambini nelle scuole

L'intervista a Derval O' Neill la fondatrice del progetto CodEng che diffonde la cultura digitale e la conoscenza dell'inglese ai più piccoli nel territorio di Varese

Avarie

“Potresti venire a scuola nella mia classe a spiegare come funziona un’app?”. L’avventura di CodEng è nata con la domanda che un bambino di dodici anni ha fatto alla sua mamma, Derval O’ Neill, donna di origini irlandesi che vive in Italia e si occupa di innovazione digitale e insegnamento della lingua inglese ai bambini. Sì, ma che cos’è CodEng? Si tratta di un progetto sviluppato da O’ Neill per diffondere la cultura digitale e l’insegnamento della lingua inglese ai bambini e ai ragazzi facendo attività nelle scuole e organizzando eventi fuori dall’orario scolastico, ispirato appunto da uno dei suoi figli. L’iniziativa è partita a settembre del 2015 e finora ha coinvolto 250 bambini e vede il coinvolgimento di alcune scuole della provincia di Varese ma anche del Joint Research Center di Ispra che insieme a Derval hanno organizzato delle sessioni nelle quali i bambini hanno potuto e possono praticare e rafforzare la lingua inglese ma allo stesso tempo rimanere aggiornati su tutte le novità dell’ecosistema digitale, imparando a scrivere codice e acquisendo la giusta consapevolezza che consente di abitare con responsabilità il nuovo mondo digitale. L’obiettivo di CodEng? Aprire la conoscenza del coding a tutti. Il suo business model? Una campagna di crowdfunding che dà la possibilità alle persone interessate di contribuire allo sviluppo del progetto. Abbiamo intervistato Derval O’ Neill che ci ha parlato degli sviluppi dell’iniziativa e raccontato i progetti futuri di quella che nel panorama di Varese si configura come una delle interessanti iniziative di alfabetizzazione digitale rivolta ai più piccoli.

Come è nato CodEng?
CodEng è nato sei mesi fa a Varese con un primo incontro all’Angolo della Cupola alla Brunella. L’idea era quella di unire le attività di coding e di pratica dell’inglese dando così la possibilità ai ragazzi di imparare a usare il computer e mostrare loro le novità del settore.

Come si strutturano le attività?
Organizziamo degli incontri nei quali parliamo di cosa sta succedendo nel mondo dell’IOT (Internet of Things, ovvero l’Internet delle cose ndr) con l’obiettivo di stimolare l’interesse del bambino e dello studente. Sono partita qualche anno fa con l’idea di creare una app di danze irlandesi che ha avuto un notevole successo con molti download. Un giorno mio figlio mi ha chiesto di andare nella sua classe di scuola a spiegare a tutti cosa fosse un’app. Cercando su Internet i materiali adatti a poter spiegare al meglio ai suoi compagni il funzionamento di un’app, ho trovato diverse iniziative già in corso come Code.org, Programmiamo il futuro del Ministero dell’istruzione e la piattaforma di coding Scratch. Da qui ho avuto l’idea di trovare un modo che fosse divertente per spiegare ai bambini il coding. Ho cominciato alla scuola Manfredini di Varese dove poi mi hanno chiesto di tornare. Siamo al secondo anno di lezioni con la prima media. Ogni settimana faccio attività di 90 minuti con un centinaio di bambini e in queste sessioni guardiamo gli elementi fondamentali di software, variabili ma anche il funzionamento di robot e sensori. L’obiettivo è quello di usare queste conoscenze per creare progetti. Con la loro creatività imparano il pensiero computazionale, usano la logica per creare un progetto e sviluppano una profonda capacità di analisi della complessità. Attorno a queste attività cerchiamo di creare una comunità in grado di rimanere sempre in contatto e quindi usiamo anche Admodo un social network dedicato alle scuole con cui gli studenti possono rimanere in contatto tra una lezione e l’altra condividendo ad esempio il proprio progetto di Scratch o un video di YouTube su un’iniziativa interessante

Quali sono gli obiettivi del futuro per CodEng?
Mi piacerebbe allargare il pubblico dell’iniziativa creando un’iniziativa aperta a tutti. Chiunque deve avere la possibilità di fare lezione di coding togliendo il velo di mistero dalla programmazione. I bambini sanno giocare ai videogame ma l’idea è quella che possano essere in grado di costruirne uno. Guardando al futuro ma già anche al presente, ci sono tanti posti di lavoro per i programmatori ma sono scoperti. E se fare il programmatore non è il sogno di tutti i bambini, il coding comunque ti aiuta a risolvere i problemi.

In che modo un progetto come Codeng riesce a stare in piedi economicamente?
All’inizio il nostro business model era quello delle iscrizioni, adesso stiamo sperimentando la via del crowdfunding. I genitori che intendono mandare i loro figli a lezione di coding e inglese possono fare donazioni sostenendo il progetto. Il mio obiettivo è quello di raggiungere 2000 euro al mese per potermi dedicare solo a questo.

Chi volesse conoscervi al di fuori delle attività scolastiche come può contattarvi?
Ci incontriamo ogni mercoledì sera alle 17 in via Crispi nel Giardino della Brunella. Facciamo lezione e poi organizziamo una pizzata e per la concessione degli spazi vorrei ringraziare Ale Campi. Questa estate organizzeremo alcuni camp estivi per bambini. Chi volesse maggiori informazioni può contattarci sulla nostra pagina Facebook e chi volesse partecipare alla nostra campagna di crowdfunding può farlo attraverso questa piattaforma.

Altri progetti?
Sono appena tornata da Mountain Views. Ho visitato Google, Facebook, Apple e Tesla. La mia idea quindi è quella di programmare una settimana estiva nel 2017 per i giovani coders di Varese per stimolare l’interesse dei bambini e avere la possibilità di vedere queste aziende. Apple sta per aprire il suo nuovo visitor center. Google ne ha già uno in versione beta. Vorrei far incontrare i coders delle nostre zone con i googlers americani e gli altri giovani che stanno facendo attività di coding.

David Mammano
david.mammano@gmail.com
Pubblicato il 08 Giugno 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.