Il sacrista e la mezzora negata: «Rivoglio le campane»
Due campanili che suonano le ore, ma la “torre civica” funziona a metà. «È così da anni, ma l’amministrazione...non ci sente»
Un campanile ogni 60 persone. Forse non c’è altro paese al mondo con una densità campana/residente come a Duno. Eppure c’è chi rivendica il diritto al tocco “civico” della mezzora, quello che spetta al Comune garantire per non far dire ai residenti: “What time is it?”.
Un servizio come l’illuminazione pubblica o la fognatura, qui a Duno, lo scricciolo della Valcuvia, 120 residenti.
Il problema sta tutto qui, nella mezzora, e ci tocca sviscerare la questione perché il paese, di campanili, ne ha due. C’è quello del Tempio civico dei medici d’Italia, che non ha orologio ma segna le ore con un suono a campana pre registrato. E c’è il campanile della chiesa dei santi Giuliano e Basilissa, che l’orologio ce l’ha, le campane pure, ed è a tutti gli effetti “torre civica”, cioè svolge il servizio pubblico di dare ai cittadini la scansione del tempo.
Giuliano Calori fa il sacrista dal 2000, e da quattro lustri siede tra i banchi del consiglio comunale, ma da qualche anno a questa parte («tre, ma forse sono addirittura quattro»), per sentire la mezzora deve rivolgere l’orecchio alla chiesa che sta proprio in centro paese, fra strade di acciottolato e vecchi portici; quella, appunto, che dà conforto e riposo ai medici italiani.
«Mi sono rivolto alla precedente amministrazione, che ha fatto orecchie da mercante – spiega il sacrista Calori e attuale consigliere comunale di minoranza -. Mi hanno sempre risposto che c’erano altre priorità. Io invece credo che questo lavoro debba venir fatto: è un diritto dei cittadini avere il campanile che segna le ore correttamente», dice, mentre di sottofondo si sentono le campane segnare le 12.30 «Ma è l’altro campanile, quello del tempio».
Tempo fa, racconta Calori «vennero gli operai specializzati nella sistemazione delle campane e li portai in Comune per spiegare il problema: stimarono che per sistemare il tutto ci volevano circa 500 euro. Ora è passato diverso tempo, ma la situazione non è cambiata. Rivolgerò la stessa domanda al nuovo sindaco».
Difatti la patata bollente del “campanile a metà” Franco Paglia, nuovo sindaco del paese, ce l’ha già tra le mani prima ancora del suo insediamento che avverrà domani, venerdì 24 giugno con tanto di fascia tricolore e giuramento di fedeltà alla Costituzione. «Sì sì me ne hanno parlato, di questa faccenda. So che è una vecchia storia che sta andando avanti da parecchio e vorrei risolverla – spiega il primo cittadino – . Domani avremo con la maggioranza una riunione di “pre consiglio”, ne parleremo. Ma prima ancora dovrò, sempre domani, e non ancora insediatomi, affrontare per esempio insieme ai tecnici della Comunità Montana temi quali il consolidamento dei versanti franosi, il miglioramento degli acquedotti e le tante altre questioni da affrontare per la nostra comunità».
Come finirà questa vicenda? Ci sono paesi dove le battaglie per le campane vengono combattute al contrario, per farle tacere. Qui è diverso: silenzio dalle 22.30 ma di giorno il tocco della mezzora può far compagnia, e c’è chi lo pretende. Una questione, ovviamente, di principio. Prima di rimandare la vicenda al dopo consiglio comunale, il sindaco Paglia ha qualcosa da aggiungere: «È chiaro che il battere delle ore in contemporanea, come avviene già ora, vada razionalizzato: oggi abbiamo una sovrapposizione di campane che invece di dare la giusta cadenza oraria, rischia di confondere i residenti. Bisognerà anche decidere quale dei due campanili tenere buono per segnare le ore».
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