Nuova protesta dei profughi davanti al municipio di Samarate
I richiedenti asilo non vogliono più essere gestiti dalla società KB di Balansino e Garavello. Il sindaco: "Parliamo dei problemi, ma nel rispetto delle regole"
Nuova protesta dei richiedenti asilo a Samarate: un gruppo di una quindicina di ragazzi di origine africana si sono radunati davanti al municipio della cittadina, mentre una loro delegazione era a dialogo con il sindaco Leonardo Tarantino e con il gestore della struttura che li ospita, Roberto Garavello.
Non è la prima volta che ci sono proteste di richiedenti asilo a Samarate, non è la prima volta in generale per le strutture gestite dalla Katiuscia Balansino e Roberto Garavello: oggi operano sotto la ragione sociale KB srl e a Samarate gestiscono ventisei richiedenti asilo sistemati in una villetta bifamiliare (i fondi sono i “famosi” 30 euro o più stanziati da fondi europei e dallo Stato e affidati appunto ai gestori). Sul posto sono intervenute la Polizia Locale samaratese e i carabinieri, chiamati per precauzione. Ci sono stati momenti di tensione (alcuni dei giovani richiedenti asilo erano più agitati, altri mediavano maggiormente) e poi anche un confronto in piazza tra i ragazzi, la delegata del Comune Nicoletta Alampi, il gestore del centro Roberto Garavello.
E proprio la presenza di Garavello viene contestata dai richiedenti asilo: «Non vogliamo che il capo sia Roberto» spiegava uno dei ragazzi in piazza. Sia in piazza che durante l’incontro davanti al sindaco sono state sollevate la questione del cibo («lo preparano a Busto e poi lo portano da noi, quando lo mangiamo ci sentiamo male», sostengono i rifugiati), quella dell’assistenza sanitaria e in generale la organizzazione della casa. Garavello nega ogni addebito e dice invece che la situazione è da ricondurre ad alcuni casi singoli: «Non accettano le decisioni del Prefetto su tre persone che devono essere allontanate perchè non hanno diritto. Pochi trascinano poi tutti gli altri».
Il sindaco Leonardo Tarantino parla di un «nulla di fatto» nell’incontro. «Sta diventando una situazione problematica. Capisco anche alcune lamentele che erano state fatte, ma anche se ci sono state delle carenze le regole adesso vanno rispettate. Nell’incontro di oggi alla fine non sono emerse problemi reali». In generale i richiedenti asilo sembrano non accettare la gestione di Garavello, dopo mesi di attriti, e di fatto chiedono di poter autogestire la struttura.
Roberto Garavello mentre discute con i richiedenti asilo affidatigli dalla Prefettura di VareseLa situazione è rimasta tesa per un’ora circa, il confronto in piazza tra Garavello e i giovani è stato animato, gestito dai carabinieri e dalla delegata del Comune, Nicoletta Alampi, che ha tentato di mediare appellandosi anche ai giovani più tranquilli nell’esporre le loro ragioni. «Cerco di migliorare le cose, ma poi tutto viene rovinato così» ha detto a un certo punto, con la voce rotta gli occhi umidi.A un certo punto il gestore ha usato parole molto dure: «Qualcuno mi ha detto che viene a casa mia a prendermi» ha detto all’indirizzo dei richiedenti asilo. «Venite pure a casa mia, ma sappiate che a casa mia si entra in piedi e si esce in una bara». Un momento di tensione, ma che dice il clima tra gestore e richiedenti asilo.
Al di là della struttura gestita da KB, in questi giorni si parla anche di un secondo centro per richiedenti asilo, gestito da VersoProbo, che ospita una cinquantina di persone.
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