Rinvio e ultimatum ad Accam: “E’ un morto che cammina”

L'assemblea dei soci ha rinviato l'approvazione del bilancio per avere più tempo per definire quale sarà il destino dell'impianto: chiudere nel 2017 o aspettare il 2021?

accam

Ancora qualche mese di tempo per decidere. E’ questa la decisione assunta lunedì sera dall’assemblea dei soci di Accam -cioè i sindaci del territorio- sul futuro dell’impianto di incenerimento rinviando l’approvazione del bilancio della società.

PRENDERE TEMPO – 30 ottobre. E’ questa la nuova data entro la quale bisognerà definire una volta per tutte il destino dell’impianto scegliendo tra le due opzioni in campo: confermare lo spegnimento dell’inceneritore entro il 31 dicembre 2017 oppure posticipare il tutto al 2021. Uno scarto di quattro anni dentro il quale ballano milioni di euro tra penali, ammortamenti e adeguamenti normativi oltre naturalmente alla costruzione dell’impianto per il trattamento dell’umido. La richiesta di rinviare tutto di qualche mese è arrivata principalmente dai nuovi sindaci -Busto, Gallarate e Castellanza in primis- e ratificata poi da quasi il 70% dei soci e darà la possibilità di stendere un nuovo piano industriale.

PERDERE TEMPO – Mesi durante i quali si dovrà lavorare pancia a terra perché «prendere tempo non deve equivalere a perdere tempo», mette in chiaro Tiziano Torretta, rappresentante di Vanzaghello. Secondo un sempre più nutrito numero di sindaci se non si riesce a trovare una quadra sostenibile sarebbe meglio liquidare la società, con tutti i rischi che questo comporta. «Noi conferiamo ad Accam solo per tenere in piedi la società -commenta il primo cittadino di Magnago, Carla Picco- ma a me sembra che questo impianto sia ormai un morto che cammina».

SOCI E CLIENTI – Il problema è proprio qui. Accam smaltisce rifiuti con tariffe molto superiori a quelle che offrono altri impianti (110 euro a tonnellata contro 90, ndr) e la stragrande maggioranza dei comuni che conferiscono all’inceneritore sono anche soci della società. «Come posso dire ai miei cittadini che faccio il loro interesse se spendiamo così tanto e come potremmo giustificarci se la Corte dei Conti ci chiedesse conto di tutto questo» si interroga Torretta chiedendo quindi «una necessaria indagine sui conti della società, se no non andiamo da nessuna parte».

IL RUOLO DI BUSTO – Una partita complessa nella quale Busto gioca un ruolo fondamentale. La richiesta unanime è infatti quella che la città decida se intende lasciare il terreno dove oggi sorge l’impianto «a quali condizioni e a quali costi», puntualizza Angelo Bellora, sindaco di Cardano al Campo. Su questo il sindaco Antonelli sembrerebbe propenso a tornare sui passi dell’amministrazione di Gigi Farioli «ma sarà il consiglio comunale a decidere».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Luglio 2016
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