Accam, Amga e il “pasticcio” milionario del biogas

Le due società potrebbero realizzare due impianti identici a pochi chilometri di distanza. Ultimatum per decidere: 2 settembre

impianto biogas progetto

Due impianti praticamente identici per dimensione e funzionalità ad una manciata di chilometri l’uno dall’altro. Potrebbe essere questo lo scenario tra qualche anno se sia Amga che Accam realizzassero un impianto per il biogas. Le due società stanno infatti seguendo due strade parallele che hanno lo stesso obiettivo, quello appunto di realizzare un centro in grado di trattare l’umido.

Si tratta di una storia che inizia da lontano, da quando cioè Amga ha deciso di costruire un impianto in un’area di via Novara, dove oggi sorge la piattaforma ecologica e a pochi passi dal nuovo ospedale di Legnano (il rendering del progetto nella foto in alto). Erano i tempi in cui si ipotizzava ancora che si sarebbe realizzato il revamping dell’inceneritore di Accam, magari affiancato da una fabbrica dei materiali. Tutti progetti che sono stati discussi, rivisti e poi accantonati fino a quando ne è rimasto uno solo che si pensa possa garantire una continuità alla società: un impianto per il biogas, appunto. Teoricamente ci si sarebbe aspettato che il progetto di Amga convergesse nell’area di Accam ma per farlo la società legnanese aveva posto una condizione: essere rimborsata dei soldi spesi fino ad ora, una cifra superiore ai 5 milioni di euro.

Ma questo scenario difficilmente si realizzerà. Amga ha infatti dato un ultimatum ad Accam che scadrà il prossimo 2 settembre ma pare che quella data passerà senza una risposta. E’ il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli, ad anticiparlo bollando come «irricevibile» il limite temporale «sia per come è stato posto che per come è stato comunicato». Secondo Antonelli «avere due impianti così uguali e così vicini sarebbe imbarazzante» ma Legnano «doveva pensarci prima: fa parte di una società (Accam, ndr) ma ha fatto tutto da sola in questi anni e ora ci troviamo in questa situazione». L’ultimatum nasce appunto dal fatto che l’autorizzazione per iniziare il cantiere scadrà il 31 dicembre e quindi i tempi sono strettissimi. Così -se non si riuscirà a trovare una mediazione- nel giro di una manciata di metri si troveranno due impianti pressoché identici da parecchi milioni di euro (per il progetto di Amga si parla di 30 milioni di euro).

accam amga
La mappa di dov’è l’inceneritore di Accam e dove sarà l’impianto di Amga

Nel frattempo, comunque, Accam continua il suo travagliato percorso che in questo periodo sta prevedendo un approfondimento dei diversi scenari dei piani industriali che dovranno essere presentati e approvati entro il 30 ottobre. Ma prima di quella data c’è un altro ostacolo nel cammino dell’inceneritore: la presentazione dell’indagine epidemiologica. Lo studio sarà anticipato ai sindaci del territorio il prossimo 8 settembre in un incontro non aperto al pubblico. Una scelta che ha causato diverse proteste ma che Antonelli cerca di ridimensionare: «non sarà a porte chiuse perché ci saranno tutti i sindaci, i loro collaboratori e probabilmente anche la stampa -spiega- mentre in un secondo momento saranno previsti incontri nelle varie realtà locali per illustrare i contenuti del dossier che, ovviamente, verrà pubblicato».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 31 Agosto 2016
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