Taglio del finanziamento, “il Jazz Festival è in forse”

Max De Aloe, anima e direttore artistico del festival, lancia l'appello alla politica. "Budget ridotto a metà dell'anno scorso"

Max De Aloe

Riceviamo e pubblichiamo

Il Gallarate Jazz Festival è vicino alla sua chiusura.

Il drastico taglio di risorse alla kermesse musicale sta mettendo in forse il suo proseguimento. Non avrei mai pensato di trovarmi davanti a questa situazione.
Purtroppo l’assessorato alla Cultura di Gallarate, se da una parte sostiene di voler dar vita alla quattordicesima edizione del Gallarate Jazz Festival, dall’altra parte ha messo a disposizione un budget che è la metà dell’anno scorso ed è un quarto del budget di cui il festival ha potuto godere nella maggior parte delle sue edizioni. Il festival pensato per il 6,7,8 ottobre non può essere realizzato con un così basso contributo. O almeno io, in qualità di direttore artistico, sostengo che non si possa abbassare troppo la qualità di un festival che ha abituato il pubblico ad artisti importanti e concerti di buon livello. Neanche è possibile pensare di ridurre i giorni di programmazione. Tre giorni sono il minimo per il quale un festival possa essere definito tale.

Un festival ha bisogno di risorse non solo per i cachet degli artisti ma per il noleggio di impianti audio, noleggio pianoforte e backline, spese Siae, contributi enpals, spese di viaggio, ristoranti, alberghi, ecc.
Rischiamo di pagare tutto ma non avere più le risorse per gli artisti o di doverci accontentare dei primi venuti.

Non si può chiedere alla Cultura in questo Paese continui tagli e sacrifici. A furia di tagliare ci è rimasto ben poco ma quello che non voglio tagliare è la dignità, mia, dei miei collaboratori, degli artisti che vengono invitati e soprattutto, sottolineo soprattutto, del pubblico. Pubblico che abbiamo abituato in questi tanti anni a qualità, coerenza, progettazione e passione. Una dedizione alla qualità e non al facile successo che penso venga testimoniata anche dalle mie personali scelte e percorsi artistici di questi 30 anni di carriera con il jazz.
Per cui se dovesse permanere questo scarso interesse da parte dell’amministrazione comunale rinuncerò alla realizzazione del festival.
Sarebbe certamente un vero peccato la chiusura di una rassegna che è stata per molti anni un fiore all’occhiello della Cultura di questa città.

In questi 13 anni sono passati a Gallarate più di 300 artisti e nomi del calibro di Uri Caine, John Taylor, Paolo Fresu, Guinga, Danilo Rea. Sono stati realizzati concerti per le scuole, laboratori didattici, work-shop, mostre fotografiche, conferenze, tavole rotonde, proiezioni di film a tema.
A Gallarate abbiamo avuto i big del jazz europeo ma da qui sono passati anche tanti giovani agli inizi che ora sono affermati professionisti.
Il 6,7,8 ottobre è alle porte. Abbiamo ancora qualche giorno, se ci fosse la volontà politica, di salvare il Gallarate Jazz Festival.

Max De Aloe

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Settembre 2016
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