“Ascoltiamo i bambini, ne abbiamo bisogno”
Francesco Tonucci è intervenuto per raccontare le esperienze della città dei bambini
«La piazza è il cuore della città». Francesco Tonucci inizia il suo intervento nella sala consiliare di Malnate per raccontare “La città dei bambini”citando la Bibbia e poi proseguendo con lo sviluppo che hanno conosciuto le aree urbane. «Quando ero bambino le piazze erano vive, luogo di incontro e di gioco. Oggi sono le auto protagoniste di questi spazi. Ogni distruzione ha portato problemi aggiuntivi. Dove servirà ricostruire, come nelle città colpite dal terremoto, si potrà costruire meglio. I bambini potrebbero diventare i veri protagonisti della ricostruzione attraverso azioni partecipate».
Tonucci è stato uno dei promotori delle città dei bambini già 25 anni fa. Malnate è una sua tappa fissa nel raccontare questa esperienza e il seminario organizzato con Anci (Associazione nazionale comuni italiani) è proprio per lo sviluppo del progetto omologo.
«Le città sono realizzate a misura di adulto lavoratore maschio – continua il pedagogo – . Dovremmo lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo ricevuto, ma oggi questo non è vero. Noi viviamo un’epoca di grandi squilibri economici e questi peggiorano ogni anno. Di fronte a tutto questo noi vogliamo mettere al centro i bambini. Non perché siano migliori, ma perché sono diversi e possono aiutarci a migliorare. Mettere i bambini nella politica la rende migliore. Diamo loro la parola non perché siamo generosi ma perché ne abbiamo bisogno. Abbiamo una legge che ha adottato la convenzione dei diritti dei bambini e quindi dovremmo rispettarla”.
Il gioco è un elemento centrale nelle riflessioni di Tonucci – «I bambini hanno diritto di impegnarsi nel gioco e le amministrazioni dovrebbero porsi la domanda di come realizzare questo aspetto. Noi adulti dovremmo ragionare sul perché oggi sono così tanto impegnati sottraendo loro tempo. Il tempo del pomeriggio e delle vacanze non è della scuola. Sono più importanti le esperienze in quei momenti così i bambini possono portare queste nelle loro scuole. Il verbo giocare non si coniuga con controllare, ma solo con “lasciare”. A Malnate lo vivete già visto quanti bambini vanno a scuola da soli. Gli amministratori devono darsi delle priorità. La prima è rinunciare alle macchine. Non è credibile che la prima causa di morte per i ragazzi fino a 26 anni siano gli incidenti. La seconda è la relazione tra adulti e bambini. L’ultima riguarda proprio il diritto al gioco».
Il pomeriggio è poi proseguito con la presentazione dei progetti della città dei bambini a Malnate e la testimonianza di diverse realtà del territorio. Il sindaco Samuele Astuti ha raccontato i risultati a quattro anni di distanza. Solo nel progetto Andiamo a scuola da soli si è passati da pochi bambini a oltre la metà. «Noi siamo riusciti a fare tante cose non solo per le idee fulminanti del professor Tonucci, ma perché abbiamo trovato un terreno fertile. Negli ultimi 20 anni si è lavorato in rete con dipendenti, volontari, adulti, bambini, associazioni e altri».
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