Molina, il prestito a Rete 55 è sotto indagine amministrativa
Il caso del denaro finito a un tv privata. In consiglio regionale l'assessore al welfare afferma che è in corso un'istruttoria della Ats sulla legittimità dell'operazione
Possibile che i membri del cda della Fondazione Molina abbiano detto sì alla sottoscrizione di un prestito obbligazionario senza sapere a quale tasso e a chi andavano i soldi? Possibile. Ed è plausibile che la Fondazione Molina abbia emesso un prestito obbligazionario a una società privata senza che ne avesse la legittimità per farlo? E’ una circostanza che andrà accertata.
E’ quanto emerge dalla risposta che l’assessore regionale welfare, Giulio Gallera, ha pronunciato in consiglio regionale, all’interrogazione del consigliere Luca Marsico (Forza Italia) che chiedeva se la Regione avesse esercitato la sua prerogativa di controllo e verifica sulle attività della Fondazione Molina di Varese e in particolare sul prestito concesso a Rete 55 Evolution spa, società posseduta in sostanza dalla tv privata Rete 55. Un giallo che è anche politico, perché, come ha ricordato Marsico in apertura di seduta, “è un tv legata a un candidato sindaco, poi divenuto presidente del consiglio comunale”; e il riferimento è alla Lega Civica di Stefano Malerba, protagonista di un feeling politico con il sindaco di Varese Davide Galimberti.
L’assessore Gallera ha risposto che la Regione, tramite la Ats di Varese, intende procedere «nell’indagine di legittimità sull’operazione finanziaria posta in essere dalla Fondazione» e ha spiegato che la stessa Ats ha già richiesto «l’atto di emissione del prestito obbligazionario o documentazione equipollente, perfezionato tra la Fondazione Molina e Rete 55 Evolution spa per 450mila euro, o comunque riguardante l’operazione finanziaria cui alla delibera del cda del 26 novembre 2015». Le Regione e la Ats hanno dunque richiesto anche i bilanci della società destinataria del prestito obbligazionario.
L’assessore regionale ha fissato dei paletti che si possono così riassumere. Il prestito obbligazionario arriva al Molina nella riunione del cda del 26 novembre, delibera numero 28, in cui il presidente Campiotti informa i consiglieri di aver investito 450mila euro in titoli obbligazionari con un rendimento lordo del 3% annuo. La delibera non precisa quando tale investimento sarebbe stato compiuto, non indica il soggetto interessato dal prestito e non specifica tempi o modalità del rimborso. L’assessore Gallera, leggendo la relazione ispettiva della Ats, dice: «Il cda, pur in carenza di tali dati, ratificava l’operazione presumibilmente compiuta in data anteriore».
SI POTEVA FARE?
La Fondazione ha titolo per emettere prestiti di questo genere? La Ats dice che bisogna indagare su questa circostanza. Esiste un parere che la Fondazione Molina ha richiesto a uno studio legale e tributario (si chiama Dal Piper) in data 28 luglio 2016, trasmesso alla Ats. Ma Gallera osserva anche che quello studio non si è espresso sulla legittimità dell’operazione finanziaria posta in essere dalla Fondazione. Vanno dunque indagati diversi punti: una fondazione può essere un investitore professionale? C’è una compatibilità con l’oggetto e lo scopo sociale? E’ compatibile con la normativa sulle onlus? Resta infine da chiarire quale ruolo abbia avuto il dottor Della Ragione, l’unico soggetto nella Fondazione, secondo Dal Piper, che potrebbe disporre dell’esperienza finanziaria per tale operazione «purché allo stesso siano riconosciuti poteri di firma».
NON HANNO DATO LE CARTE AGLI ISPETTORI
Nella sua risposta l’assessore ha anche chiarito altri passaggi. La Fondazione, stranamente, non ha trasmesso alla Ats gli atti di emissione del prestito obbligazionario, ma la Ats ha effettuato delle visure camerali. Il 22 settembre 2016 la Fondazione Molina ha precisato che Rete 55 è estranea alla vicenda. Ma è vero? Più o meno. Il prestito è riferibile a Rete 55 Evolution spa, a sua volta di proprietà, ha detto l’assessore in aula, al 99,9% di Rete 55 srl.
TASSO AL 3% LORDO
L’entità del prestito emesso nel 2015 è dunque 450mila euro, al tasso lordo è il 3% annuo. Nella risposta in consiglio, non si parla di un secondo prestito. Ma c’è un punto, a ben guardare, che andrà valutato dal prosieguo dell’attività ispettiva. Nel 2016 Rete 55 Evolution spa ha emesso un atto notarile il 10 maggio 2016 in cui deliberava l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile in azioni da 500mila euro. E’ stato sottoscritto anche questo dalla Fondazione Molina? L’indagine della Ats va avanti e anche i prossimi sviluppi saranno riferiti in aula.
Luca Marsico infine ha chiesto anche al consigliere regionale Alessandro Alfieri di farsi interprete e garante della richiesta di trasparenza che la città rivolge alla Fondazione Molina. «Si faccia interprete con il sindaco Galimberti di questa istanza – ha detto – dato che si tratta di un sindaco del Pd». Il sindaco Galimberti è stato citato dall’assessore Gallera nella sua ricostruzione dei fatti, ma non per la vicenda del prestito bensì solamente perché il primo luglio ha segnalato la lettera con cui la Pellegrini spa si lamentava di aver perso l’appalto mensa. Il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha auspicato, in chiusura di discussione, che le commissioni consiliari possano convocare in audizione i vertici della Fondazione Molina per chiarire la vicenda.
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