La Lombardia non introdurrà l’obbligo delle vaccinazioni nelle scuole
L'assessore Gallera ha detto che non verrà seguito il modello dell'Emilia Romagna. Si punterà su informazione e sensibilizzazione. Sempre preoccupante il numero di genitori dissenzienti
Nessun divieto di frequentare il sistema scolastico per i bimbi non vaccinati. All’indomani della legge approvata dalla regione Emilia Lombarda che introduce l’obbligo dei vaccini per l’accettazione agli asili nido, l’assessore al Welfare Lombardo Giulio Gallera nega che la nostra regione seguirà quell’esempio: «La scelta di Regione Lombardia sul tema delle vaccinazioni è quella di informare e convincere, non obbligare. Il nostro impegno è quello di continuare l’azione di sensibilizzazione e responsabilizzazione delle famiglie per far capire l’importanza dei vaccini».
Quindici anni fa, il sistema scolastico lombardo richiedeva obbligatoriamente le vaccinazioni per assicurare ambienti protetti anche per quei bambini che, per ragioni di salute personale, non potevano sottoporsi a vaccinazione. Dopo si optò per la sola “forte raccomandazione”, un modello che ha visto negli anni aumentare il numero di genitori dissenzienti.
L’allarme per il crescente numero di bimbi non vaccinati rimane sempre alto. Nella provincia di Varese anche se si sfiora l’obiettivo del 95% di vaccinati con l’esavalente (tetano, difterite, pertosse, polio, epatite B, haemophilus B) per le malattie esantematiche l’adesione oscilla tra l’86% e il 91% ( Morbillo, parotite e rosolia 91% . A impensierire i sanitari è soprattutto la “bassa” adesione all’anti morbillo, malattia che può avere serie ripercussioni come conseguenza l’encefalite ( 2° dose 86% morbillo). Bassa è anche la distribuzione della IV dose di antipolio (86%).
Viceversa, sono decisamente incoraggianti i dati sulle vaccinazioni contro le meningiti: da pneumococco ( 92% dati del 2014) e da meningococco C (intorno al 90% corte 2014), un risultato, quest’ultimo, molto al di sopra delle aspettative regionali fissate all’80%.
Al di sopra delle aspettative, infine, i dati relativi alle vaccinazioni delle bambine contro il papilloma virus: le ragazzine della classe 2003 sono state vaccinate per il 76% dei casi ( livello medio stimato del 75%) mentre per le nate del 2004 siamo all’80% per la prima dose e del 74% per la seconda, a campagna in corso.
La Regione Lombardia ha comunque indicato, tra le sue priorità, la sensibilizzazione alle campagne vaccinali: «Partirà a breve – ha spiegato Gallera – una campagna di informazione efficace e capillare: nelle scuole, nei consultori, su internet, anche attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi come un’applicazione realizzata ad hoc, affinche’ si arrivi in modo tempestivo li’ dove ci sono le mamme, i bambini e tutti i genitori che devono fare le scelte».
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e mettere a rischio la salute di tutti?
D’accordo, ma gli antivaccinisti si facciano carico delle spese per le cure e la diagnostica delle malattie che potrebbero verosimilmente causare, nonchè rimborsare eventuali danni.
Non è giusto che lo Stato (e quindi noi con le tasse) paghiamo per mettere una pezza alle decisioni scellerate di genitori che non vaccinano i figli.