Troppa tecnologia senza etica rende disumana la medicina
L'Università dell'Insubria ha creato un centro di ricerca in Etica sanitaria. Il compito sarà quello di affiancare manager e strutturati al momento di prendere decisioni
Dove sta andando la medicina e soprattutto, che ruolo avrà il medico? A queste domande hanno dato alcune risposte i relatori della tavola rotonda organizzata dall’Università dell’Insubria a Villa Recalcati per presentare il nuove Centro di Ricerca in Etica clinica dell’ateneo, un organo che dovrà vegliare soprattutto sul lato umano di una professione sempre più tecnologica. Il direttore è il professor Mario Picozzi.
A mettere in allarme sul futuro del ruolo medico è stato il professor Renzo Dionigi, chirurgo stimato e primo rettore dell’Insubria: « Fino a 25 anni fa, noi dottori avevamo bisogno di un colloquio di circa tre quarti d’ora per fare una buona anamnesi. Compilavamo cartelle cliniche corpose in cui ci mettevamo anche un pizzico di noi stessi, della nostra sensibilità. Oggi le cartelle sono minuscole, contengono pochi fogli pieni di crocette: la parte della relazione è sparita, sostituita da incontri rapidi nel migliore dei casi se non da macchine che immagazzinano dati, archiviati nella scheda personale del paziente. Oggi in Italia sono già operativi 5 “irobot” capaci di sostituirsi allo specialista al momento dell’indagine clinica. Stiamo andando verso la spersonalizzazione della medicina. Ma io credo che sia un gravissimo errore. Io sono sempre stato un fautore delle nuove tecnologie ma sempre sotto il controllo e con l’interazione del clinico. Ai miei tempi il dottore era una persona stimata, incuteva timore ma autorevole perché usava una terminologia spesso sconosciuta ai più. Grazie alla sua posizione, sapeva di dover liberare il paziente dall’ansia, spiegargli la situazione, senza negare nulla, infondendo fiducia e serenità. Oggi rischiamo che questa spersonalizzazione ci porti a un peggioramento del sistema. Occorre che il comitato etico affianchi i manager della sanità ma anche i clinici nei momenti delle decisioni perché non si sprechino denari in investimenti sofisticati ma disumanizzanti».
Il rischio di politiche sanitarie troppo sbilanciate sui calcoli economici di fine anno invece dei progressi in termini di salute è stato il nodo dell’intervento di Mario Tavani, direttore della medicina legale dell’ospedale di Varese : « Oggi occorrono urgentemente figure etiche che affianchino i manager. Ci sono diversi settori che prevedono la figura etica in azienda per cui il ruolo in un ospedale è ormai necessario. Ci sono moltissime tematiche aperte a cui occorrerebbe dare risposta: per questo occorre riformare anche il percorso formativo ridando all’etica un ruolo centrale per la costruzione degli specialisti di domani».
Il Centro di ricerca in Etica Clinica, afferente al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, rappresenta oggi un significativo punto di riferimento in questo ambito. I suoi obiettivi sono: promuovere e sviluppare il ruolo dell’Etica Clinica e della Consulenza Etica in ambito sanitario, al fine di migliorare la cura delle persone, stimolare lo scambio, il dialogo e il confronto tra i soggetti coinvolti nella cura, condurre attività di formazione, raccolta di documentazione e ricerca in collaborazione con centri nazionali e internazionali, consulenza nell’ambito della ricerca ed dell’etica dell’organizzazione in sanità.
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