“Il punto nascita di Angera riaprirà se si trovano i pediatri”
È durato oltre due ore il confronto tra gli assessori regionali Gallera e Brianza con i sindaci del territorio. Acceso il dibattito che mirava a riportare le polemiche a un dialogo costruttivo
Proteste, comitati, riunioni pubbliche. La protesta crescente dei territorio nel Varesotto ha indetto l’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera a convocare i sindaci per chiarire le ragioni delle scelte organizzative e politiche che si stanno adottando nei diversi ospedali.
Alla presenza dei primi cittadini dei comuni più interessati, dal bacino di Angera a quello di Cittiglio, Luino e Tradate, l’assessore accompagnato da Francesca Brianza nel duplice ruolo di componente della giunta Maroni e rappresentante del territorio e dal direttore generale del Welfare regionale Giovanni Daverio, oltre che dai dirigenti dell’ATS Insubria Paola Lattuada, dell’ASST Sette Laghi Callisto Bravi e dell’ASST Valle Olona Giuseppe Brazzoli, ha spiegato le ragioni di scelte legate a obblighi normativi stringenti, come quello che impone vincoli all’assunzione del personale con una riduzione dell’1,4% della spesa complessiva, o quelli che regolamentano l’attività in base ai volumi di casi eseguiti come garanzia di sicurezza. Alla fine del novembre scorso, il punto nascita di Angera aveva assistito poco più di 350 partorienti: « La regola dovrà essere quella di far ruotare il personale – ha spiegato il direttore Giuseppe Brazzoli – così un professionista non rischia di passare anche una settimana senza assistere a parti»
ANGERA
« Venerdì io e il Governatore Maroni saremo ricevuti dal Ministro della Salute Lorenzin – ha spiegato Gallera – È un risultato importante che premia la velocità con cui ci siamo mossi. Speriamo di poter ottenere una revisione della mancata deroga per i nostri punti nascita sotto i 500 parti. Qualsiasi decisione, però, sarà presa rispettando tempi tecnici naturali. Innanzitutto, per Angera occorre trovare i pediatri che vadano a rafforzare l’equipe attualmente in carico. Si tratta di professionalità che mancano sull’intero territorio lombardo. Si fa fatica per cui, con l’ASST dovremo individuare dei percorsi incentivanti ( nei soli presidi di montagna verranno proposti contributi economici). Sicuramente, si dovrà individuare un modello a rete che permetta a tutti gli specialisti di poter lavorare in presidi ad alta complessità e, parzialmente, in altri ospedali dove ci sono casi meno gravi. Dobbiamo individuare specialisti che vogliano venire e che garantiscano capacità adatte a gestire ogni emergenza».
« Ricordiamo comunque – ha aggiunto il direttore generale Giovanni Daverio – che la maternità non è solo il momento del parto ma tutta la gestazione prima e i giorni successivi. E questi sono momenti importanti, che vengono gestiti dalle ostetriche. Un servizio che non è stato toccato»
OSPEDALE DEL PONTE
La carenza dei pediatri è un tema caldo anche alla luce del prossimo potenziamento del Del Ponte, previsto per il 2017: « Per questo abbiamo pensato – ha spiegato Gallera – di unire gli sforzi provinciali: l’ASST di Varese sta per completare il concorso per l’assunzione dei pediatri. Si sono presentati 26 specialisti. Verrà costituita una graduatoria a cui potrà attingere anche l’ASST Valle Olona».
MENO RISORSE
Il problema è quello dei fondi a disposizione. Con la coperta corta occorre fare scelte che sembrano penalizzati ma che porteranno a ottimizzare servizi migliorando la qualità per tutti: « L’incontro con i sindaci è stato costruttivo – ha commentato al termine Francesca Brianza – c’è grande senso di responsabilità. Non si vuole calare decisioni dall’alto e abbiamo convenuto che il confronto con le istituzioni locali sia costante. L’obiettivo congiunto è quello di offrire servizi rispondenti alle necessità delle persone, garantendo sicurezza. Lo scopo non è togliere ma ottimizzare per offrire standard elevati di garanzia. Non è una questione di lotte territoriali perché non è più possibile avere tutto ovunque alla luce delle risorse limitate. L’unica risposta è massimizzare gli sforzi».
OSPEDALE DI CITTIGLIO
Tra Cittiglio e Luino non può essere una guerra di campanili. Lo hanno ribadito entrambi gli assessori che hanno sottolineato come il Pia Luvini mantiene servizi importanti: « la decisione della traumatologia e ortopedia – ha ricordato il direttore dell’ASST Sette Laghi – non era legata ai numeri del reparto ma alla carenza di figure specialistiche. Abbiamo 7 ortopedici invece di 11 e ciò non permetteva più di assicurare i turni tra reparto, ambulatorio, sala chirurgica ed emergenza».
ATTUAZIONE DELLA RIFORMA
« Oggi siamo alla vigilia di una profonda rivisitazione della rete sanitaria – ha ricordato Gallera – dalla metà del prossimo anno cominceranno a vedersi i primi veri effetti. Stiamo attendendo la fotografia della richiesta da tutti i territori. Quando avremo ben presente la situazione dell’epidemiologia e della cronicità decideremo i percorsi migliori di presa in carico individualizzati. In base a quei programmi finanzieremo le Aziende socio sanitarie che attiveranno i diversi presidi. La vera novità sarà la presa in carico dove il paziente non dovrà più occuparsi di nulla perché sarà il suo medico di base a prendere tutti gli appuntamenti necessari per il suo stato di salute».
In questo momento, a livello sperimentale, sul territorio varesino sono 26.000, dei 350.000 totali, i pazienti cronici seguiti con questa modalità di presa in carico : « I 500 milioni stanziati da Regione Lombardia – ha concluso Gallera – serviranno a costruire questi nuovi percorsi di assistenza»
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