“Il punto nascite? Un servizio da non perdere”
Decine i commenti all'annuncio della mancata concessione della deroga per mantenere attivo il servizio ad Angera. Al reparto, intanto, non sono ancora giunte comunicazioni ufficiali
“Non ho parole…un reparto d’eccellenza che viene miseramente chiuso. E tutte le firme raccolte contro la chiusura non sono servite a nulla come al solito. L’Italia dovrebbe salvaguardare tutte le piccole realtà in ogni campo e invece...sempre a guardare i grandi numeri e la scarsa qualità..” “Io mi sono trovata benissimo e credo che il fatto di essere un piccolo ospedale garantisse un rapporto umano tra personale e neo-mamme. È una grande perdita!”. “Peccato un reparto così bello ed efficiente soprattutto gestito benissimo dal dottor Gabriele”.
Sono decine i commenti come questi, lasciati sulla nostra pagina Facebook, riguardo l’annuncio, da parte del consigliere regionale Monti, durante una serata pubblica sull’ospedale, della mancata concessione della deroga che permetterebbe al punto nascita dell’ospedale di Angera di restare aperto nonostante un numero di parti inferiore alla soglia dei 500. E decine sono state anche le telefonate al reparto di ginecologia di neomamme preoccupate di una chiusura inaspettata o semplicemente intenzionate ad avere chiarimenti su questa notizia.
Che cosa succederà e in che tempi però non è noto. Come ha spiegato il responsabile del reparto, il dottor Antonio Gabriele, nessuna comunicazione ufficiale è stata ricevuta e pertanto l’attività di medici e ostetriche continua regolarmente.
Ad Angera negli ultimi anni la soglia dei 500 parti non era stata superata e che questo rappresentasse un problema era noto ma erano molto alte anche le aspettative per una deroga proprio per le caratteristiche e l’importanza di questo servizio per i cittadini del territorio.
E se anche la possibilità di una chiusura era nell’aria, apprendere in questo modo una notizia così importante e delicata è stato comunque un fulmine a ciel sereno per molti: per chi è in procinto di partorire, per chi lavora all’interno del reparto che teme di veder sfumare quanto fatto in tutti questi anni ma anche per le migliaia di cittadini che avevano firmato la petizione per chiedere di rivedere questa amara decisione.
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