Nove i punti nascita sotto i limiti, Angera l’unico già chiuso
Sono diversi in Lombardia i reparti di maternità che non hanno raggiunto i 500 parti all'anno. Alcuni saranno aggregati altri eliminati
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Sono nove in Lombardia i punti nascita dove i parti sono stati un numero inferiore al limite dei 500 all’anno. Per alcuni di loro si prospettano delle aggregazioni per altri la definitiva chiusura. L’unico però dove è già stato deciso che la cicogna non passerà più è quello di Angera.
Il punto nascita è stato chiuso martedì 5 dicembre, con un provvedimento dell’Asst, giunto il 4 in reparto, insieme alla cancellazione a sopresa della pediatria. Una decisione che ha scatenato le proteste dei sindaci e dei cittadini e in particolare molte mamme della zone che venerdì sono scese in piazza per chiedere che i reparti vengano riaperti e domenica hanno occupato pacificamente la maternità.
Il loro presidio continua oggi e la notizia di quello che sta accadendo nel comune del Lago Maggiore è stata ripresa anche dalla stampa nazionale. Oggi, Corriere della Sera, pubblica un articolo che spiega quali saranno gli scenari dei punti nascita sotto il limite dei 500 parti. Guarda l’infografica del Corriere
Sulla questione sono intervenuti anche i politici a tutti i livelli: nei mesi scorsi il presidente della Regione Lombardia aveva presentato al Ministero della Salute una richiesta di deroga per chiedere di mantenere aperti i punti nascita per l’importanza del servizio svolto per il territorio.
Di chiudere Angera, così come altre maternità, se ne parla da anni, da quando in Conferenza Stato Regioni, nel 2010 fu fissato a mille parti all’anno lo standard “di sicurezza”. Quel limite è stato rivisto successivamente dimezzato e più volte il ministero si è espresso richiedendo di aggregare i punti nascita che non rispettavano gli standard. Il ministro della salute Lorenzin, inoltre, ha dichiarato in più occasioni che non si tratta di una scelta dettata dai costi ma da ragioni di sicurezza. Motivazioni che non convincono molti operatori ma anche i cittadini, che sotto la Rocca, continuano a protestare.
La politica di riordino dell’attività sanitaria sta innescando una serie di polemiche nei territori per gli interventi che indeboliscono l’offerta ospedaliera:
qui il riassunto.
La nuova riforma della sanità porterà a cambiamenti nell’attuale assetto organizzativo. L’ospedale non sarà più il centro dell’offerta ma sarà in rete con il potenziamento dei presidi territorial:le linee della riforma
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