Assemblea infuocata per la chiusura della provinciale 33
Il comitato formato dai cittadini di Barza, nato per opporsi alla chiusura del passaggio a livello di via Mongini, ha chiesto al sindaco Melissa De Santis l'impegno ufficiale a non sottoscrivere il progetto
«Firmerete o non firmerete per la chiusura del passaggio a livello di via Mongini?». La pacatezza con cui l’ingegnere Gerhard De Vries ha posto la domanda al sindaco di Ispra, Melissa De Santis, all’inizio dell’assemblea pubblica, poteva far pensare a un incontro sereno. Invece il clima della sala consiliare, gremita di persone, si è subito surriscaldato. Da una parte il comitato spontaneo difesa viabilità e ambiente della frazione di Barza e dall’altra i rappresentanti dell’amministrazione comunale chiamati a rispondere di un progetto che, qualunque sarà la decisione finale, avrà un grande impatto sulla mobilità di tutti i cittadini di Ispra e non solo.
IL PREZZO DA PAGARE
L’eliminazione del passaggio a livello di via Mongini e la conseguente chiusura della strada provinciale 33 che collega la frazione di Barza al centro di Ispra, strada ad alta intensità di traffico, è dovuta all’aumento del flusso ferroviario commerciale sulla tratta internazionale Rotterdam–Genova: si passerà dagli attuali 60 ai 90 treni nel 2020 e i convogli potranno raggiungere la lunghezza di 750 metri. Per realizzare questo piano Rfi (Rete ferroviaria italiana), Regione Lombardia e Provincia hanno previsto la chiusura di 35 passaggi a livello entro il 2025, tre sul territorio di Ispra che in cambio del sacrificio riceverà altrettante opere di compensazione. Si tratta di un cavalcavia in via Fermi e due sottopassi ciclopedonali. Opere che non soddisfano gli abitanti di Barza e il comitato che, senza un sottopasso percorribile in auto, si vedranno bloccare l’accesso principale a Ispra e saranno costretti a passare da Cadrezzate.
LA RABBIA DEI CITTADINI DI BARZA
Nonostante il sindaco abbia più volte ribadito di non aver sottoscritto alcun progetto, la rabbia degli abitanti di Barza non si è placata. Rina Di Spirito capogruppo della lista “Insieme per Ispra”, all’opposizione in consiglio comunale, ha chiesto all’amministrazione comunale l’impegno esplicito «a non procedere ulteriormente e a coinvolgere cittadini e consiglio comunale con un dialogo che non è mai avvenuto e a far partecipare i rappresentanti del comitato ai tavoli tecnici». In gioco, secondo la capogruppo, ci sarebbe molto di più perché «non avere avvertito per tempo la popolazione sull’esistenza del progetto e non avere ascoltato gli abitanti di Barza non è stato un atteggiamento democratico».
Melissa De Santis a sua volta ha invitato tutti a non fare «dietrologie» perché l’amministrazione, relativamente alla proposta di Rfi e Regione Lombardia, che verrà presentata il 20 febbraio prossimo, avrebbe già chiesto «il cambio del passaggio a livello di via Mongini con un altro», richiesta inoltrata al Pirellone tramite pec (posta elettronica certificata). Documento che il consigliere Di Spirito ha chiesto di poter avere al più presto.
E SE LA REGIONE E RFI RISPONDERANNO NO?
Il comitato di Barza è convinto che gli interlocutori del comune non saranno disponibili a cambiare il destino del passaggio a livello di via Mongini. In effetti, perché mai Rfi e Regione dovrebbero finanziare la costruzione di un cavalcavia senza avere in cambio ciò che avevano chiesto come condizione? Il sindaco De Santis si è detto disponibile a portare avanti tutte le istanze, comprese quelle della non chiusura della provinciale 33 e della realizzazione di un sottopasso percorribile dalle automobili, impegno che non garantisce l’esito positivo della risposta delle controparti. C’è però un’ultima carta che l’amministrazione di Ispra proverà a giocarsi: il patto per la Regione Lombardia, firmato nel novembre del 2016 dal governatore Maroni e dall’ex premier Renzi e dotato di un fondo sostanzioso (720 milioni di euro). Speranza obbligata considerato che la Provincia di Varese, o quel che ne rimane, non ha risorse sufficienti per finanziare il sottopasso.
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