La fonderia Casati diventa digitale grazie ai minibond
L'emissione obbligazionaria è di 4,2 milioni di euro. I sottoscrittori sono Finlombarda, Confidi Sistema! e Banca Sella. Vittorio Gandini (Univa): «È un'operazione che possono fare tante imprese e di qualsiasi settore»
A pochi giorni di distanza dalla conferenza stampa di inizio d’anno, in cui gli industriali varesini quantificavano in oltre 300 milioni di euro la cifra necessaria per recuperare la distanza dai competitor tedeschi, arriva il primo segnale dal territorio. La Fonderia Casati spa ha emesso un minibond per 4,2 milioni di euro per finanziare il passaggio alla fonderia digitale 4.0 e aumentare la capacità produttiva per farsi trovare pronta alla ripresa.
IL CLIENTE AMERICANO
«All’inizio dello scorso anno – racconta Gianluigi Casati, amministratore delegato dell’azienda – io e mio figlio Giacomo ci siamo confrontati su un ordine importante arrivato da un costruttore di automobili italo-americano (Fca, ndr) che si andava ad aggiungere agli altri ordini che già avevamo. Una situazione che ci ha fatto decidere per questa operazione perché ci avrebbe aiutato a realizzare il nostro sogno: una fonderia digitale 4.0, dove gli impianti di produzione dialogano direttamente con il magazzino e il gestionale senza il supporto umano».
I lavori nello stabilimento di viale Belforte a Varese procedono con celerità e l’inizio della nuova produzione è fissato per i primi di marzo. Tra i principali clienti della Fonderia Casati spa ci sono Bmw, Audi, Iveco, Fiat auto e Volkswagen.
NON SOLO FINANZA STRAORDINARIA
Il minibond è uno strumento di finanza straordinaria, rispetto al finanziamento classico delle imprese, ovvero il prestito bancario. In realtà la famiglia Casati, rappresentata anche dai figli Chiara e Giacomo, finanzia questo investimento attingendo ai mezzi propri per altri 5 milioni di euro da qui al 2020 per un totale di quasi 10 milioni di euro. Una bella cifra per una piccola impresa di cinquanta dipendenti che ha due stabilimenti, uno a Varese e l’altro a Malnate, e fattura poco più di 15 milioni di euro.
I SOTTOSCRITTORI DEL MINIBOND
L’aspetto interessante di questa operazione, oltre al fatto di essere quasi pionieristica – prima della Fonderia Casati solo la Mpg di Gallarate aveva emesso minibond – sono i sottoscrittori dell’emissione che rappresentano i vari elementi che caratterizzano il sistema del credito. Tra loro c’è Confidi sistema!, nato dalla fusione dei Confidi lombardi di Confartigianato, Confindustria e Confagricoltura, che per la prima volta fa un’operazione da investitore e non da garante per 2.0 20.000 euro, Finlombarda spa, la finanziaria di Regione Lombardia, che ha sottoscritto 1.680.000 euro e infine Banca Sella con 500 mila euro. [leggi]
UN’OPERAZIONE DA EMULARE
Gianluigi Casati, che è anche presidente della Piccola Industria di Univa, ha ringraziato l’Unione industriali per il supporto ricevuto in questa operazione. Per Univa si tratta anche di un test importante rispetto al piano di investimenti complessivi che il territorio dovrebbe fare. «Quest’operazione dimostra che le nostre imprese vogliono investire in sistemi di avanguardia – ha commentato Vittorio Gandini, direttore di Univa -. Mi fa piacere che sia stata fatta dall’impresa di Casati perché parliamo di operazioni accessibili alla gran parte delle imprese e di qualsiasi settore. Da tempo l’Unione sostiene e favorisce queste attività e a tal proposito vorrei ricordare i nostri bond di distretto, tra i primi in Italia. Mi auguro che siano in tanti a emulare questo percorso perché c’è un secondo aspetto importante: il rafforzamento della reputazione dell’azienda nei confronti del mercato».
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