“Nessuno tocchi le donne”, diciamolo con una panchina

Mille e 400 donne morte in 11 anni in Italia per violenza di genere. Il sindaco vuole sensibilizzare con segni tangibili sul territorio

Avarie

117 donne uccise nel 2016 da uomini violenti, 128 nel 2015, 136 nel 2014… E così via.

Per arrivare a quel 1423 dal 2005 ad oggi che pesa come un macigno, ma che inizia spesso con uno schiaffo, con un calcio, un pugno fino ad arrivare a volte a conseguenze irreparabili. E inaccettabili.

Uomini violenti che uccidono le loro compagne, o che fanno assistere alla violenza figli e figlie, costringendo le nuove generazioni al giogo psicologico della violenza, perché, non dimentichiamolo, è violenza anche quella assistita.

Ci sono diverse iniziative, incontri e convegni per capire questo che non è un problema, ma una tragedia che affligge in maniera pesante anche la Lombardia. E ci sono gesti che con poco, fanno incuriosire. E magari pensare.

Proprio come le panchine rosse, segno dell’attenzione al femminicidio e alla violenza di genere.

Avarie

Il sindaco di Brenta, Gianpietro Ballardin, molto sensibile a questo tema ha deciso di posizionare due panchine rosse in paese.

Le panchine sono state messe nel centro storico e “parlano” ai cittadini, a chi passa fra le graziose vie del centro per un giro, la spesa, il caffè al bar; parlano ai giovani che magari qui si ritrovano per quattro chiacchiere e insegnano loro alcune massime che sono massime di vita: «La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci», recita una dedica particolare: picchiare e far male non è una risposta e se ci sono problemi o questioni bisogna usare la parola e non le botte.

E poi ancora: «La violenza non è sempre visibile»; altro concetto che intende far sapere come la maggior parte delle violenze fisiche o sessuali sulle donne viene consumata nelle sicure mura domestiche.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Febbraio 2017
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