Alptransit, 3 milioni e mezzo per i passaggi a livello
I dettagli dei lavori, che dovranno essere inclusi in una convenzione con Rfi. Pellicini: «Insisteremo per avere una valutazione di impatto ambientale»
Togliere i passaggi a livello dai Comuni attraversati dalla linea ferroviaria Luino-Gallarate che diventerà continuazione di Alptransit, costerà 30 milioni e 300 mila euro.
Di questi, 3,5 verranno spesi per Luino con l’obiettivo di chiudere le sbarre delle “intersezioni a raso” di via Voldomino e via San Pietro.
I lavori cominceranno a novembre 2018 per terminare nel giugno 2020, anche se le prime palificazioni potranno avvenire già nel periodo di chiusura della linea, da giugno a dicembre prossimi.
In sunto è stato detto questo nel corso dell’ultima riunione della Commissione territorio in Comune, seguitissima riunione ristretta con un solo punto all’ordine del giorno: i passaggi a livello cittadini.
Questi sono due (ma sulla linea in tutto ne spariranno ben 15) e al loro posto sono previste opere che consentiranno una viabilità alternativa nei due punti.
VIA VOLDOMINO – Dopo un’introduzione da parte dell’assessore Alessandra Miglio che ha inquadrato il tema, ricordando la quantità e la qualità dei treni che passeranno da Luino con l’arrivo di Alptransit (dai 70 al giorno di oggi si salirà a 90, e con lunghezze che variano per i merci dagli attuali 300-500 metri ai futuri 750) e il livello di priorità del contesto luinese, secondo solo a Laveno Mombello e pari merito a Ispra, si è entrati nel centro della questione del primo attraversamento, quello di via Voldomino. Si tratta di una via che si incontra provenendo da Voldomino e arrivando alla rotatoria dell’ospedale. Un punto cruciale perché riguarda uno degli accessi alla città: come fare se i treni aumentano? Il passaggio a livello, rimanendo abbassate le sbarre, rischierebbe di causare ingorghi enormi.
La soluzione al centro dello studio, come quella per la via San Pietro, verrà inserita in una convenzione fra Luino e Rfi: non è quindi ufficiale o definitiva; tuttavia prevede, secondo le direttive di massima elaborate ed esternate dagli uffici tecnici del Comune un sottopasso stradale con l’altezza di almeno 5 metri (così da permettere il passaggio di mezzi di soccorso come l’autoscala dei vigili del fuoco) e con una parte sopra alzata rispetto alla sede stradale che accoglierà un percorso ciclopedonale fino alla via XXV Aprile, dove esiste l’ipotesi di realizzare una rotatoria.
VIA SAN PIETRO – Altro passaggio a livello, poco prima che la ferrovia affronti il tratto in galleria, è quello della via San Pietro-via Collodi (ex sede della comunità montana, per intenderci). Anche in questo caso le sbarre del passaggio a livello non si alzeranno più, e per regimentare il traffico è previsto un “adeguamento della viabilità locale”, cioè la realizzazione di una bretella stradale che costeggia quel tratto di ferrovia per sbucare di fronte alle Poste.
COSTI, TEMPI, SICUREZZA – Queste opere, ad oggi, non avranno alcun costo per le casse del Comune: si tratta di fondi che sborseranno le ferrovie. È bene rimarcare che queste ipotesi dovranno essere inserite nella convenzione fra Comune e Ferrovie che deve ancora essere approvata da specifici passaggi politici. È un procedimento in divenire, e non è escluso che anche altre opere connesse, come la rotatoria di via XXV Aprile vi potranno rientrare, senza comportare aggravi per le casse comunali.
Non a caso lo stesso sindaco Pellicini ha commentato assicurando che farà «di tutto per migliorare questo accordo con la previsione di altri interventi. Siamo stati i primi ad offrire opere di compensazione».
Ma la vera scommessa per il sindaco riguarda la sicurezza. Con un incremento di passaggio di treni, soprattutto i “grandi” merci – che avverrà al completamento della galleria del Ceneri, prevista nel 2020 – , il sindaco vuole essere sicuro che non vi siano rischi di natura ambientale. Per questo in una recente comunicazione al Ministero dei trasporti è stata chiesta, fra le altre, una “valutazione di impatto ambientale” e la predisposizione di un piano per la sicurezza e di pronto intervento in caso di incidente ferroviario con merci pericolose.
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