Valichi, «la Svizzera riveda la decisione sulle chiusure»
Lo chiede il consigliere provinciale Giuseppe Taldone che giovedì scorso ha partecipato alla in diretta televisiva di Rete4 con Maurizio Belpietro
Pubblichiamo la nota del consigliere provinciale Giuseppe Taldone in merito alla chiusura del valico di Cremenaga
Spero che le autorità svizzere rivedano quanto prima la decisione di chiudere i valichi di confine, tra cui Cremenaga, durante gli orari notturni. Parlano di misure provvisorie e sperimentali, ma come diceva Ennio Flaiano spesso “nulla è più definitivo del provvisorio”.
Mi auguro non sia così, ma i segnali che arrivano da oltre confine non sono incoraggianti. Alla fine di questa sperimentazione, così l’hanno chiamata, gli Elvetici valuteranno i risultati sulla lotta alla criminalità e sui flussi di traffico, riservandosi la possibilità di renderla permanente. Riteniamo ciò inaccettabile, causa di disagio per coloro che non hanno orari tradizionali o devono recarsi sul posto di lavoro la mattina presto ed in palese contrasto con le norme del Trattato di Schengen che regolano l’apertura delle frontiere tra i Paesi firmatari, tra cui la Svizzera.
Quest’ultima, che non fa parte dell’Unione europea, ha aderito nel 2004 all’accordo che, dopo una serie di rinvii, ha recepito in modo definitivo nel 2008 per i propri confini terrestri e nel 2009 per i propri aeroporti. L’area di Schengen delimita una zona di libera circolazione dove i controlli alle frontiere sono stati aboliti. L’adesione al trattato implica una stretta collaborazione tra organi di Polizia ed istituzioni degli Stati aderenti per combattere la criminalità ed è questa la strada che ci saremmo aspettati se alla base del provvedimento di chiusura dei valichi ci fossero state reali ragioni di sicurezza, come peraltro affermato dalla Svizzera. Solo in casi eccezionali in cui si registra una grave minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza, è possibile infatti ristabilire controlli doganali, ma comunque questi non possono che avere durata limitata nel tempo.
Quando si firmano i trattati è buona norma rispettarli, soprattutto se si confina con una regione come la Lombardia, motore economico d’Italia e tra le principali aree economiche d’Europa: 800.000 imprese, 22% del PIL nazionale, 34 milioni di presenze turistiche all’anno di cui più della metà stranieri, 12 Università con il 30% di studenti provenienti dall’estero, un’apertura internazionale che la rende prima in Italia per valore di interscambio commerciale con i mercati esteri. Inoltre l’Italia rappresenta il primo mercato di sbocco per il Cantone ed i nostri frontalieri ogni giorno forniscono un contributo lavorativo fondamentale per sostenere l’economia elvetica.
Siamo il Paese al quale la Svizzera chiede collaborazione e sacrifici per portare avanti Alptransit, un grosso progetto di alta velocità ferroviaria con adeguamento della linea Bellinzona-Luino-Sesto Calende-Gallarate, che causerà sul nostro territorio inevitabili disagi connessi all’incremento del traffico merci. Confinare con noi è quindi una vera fortuna oltre che una grossa opportunità. Peccato che gli Svizzeri spesso fingano di non accorgersene, preferendo la demagogia e la propaganda alla realtà delle cose: parlare genericamente di lotta alla criminalità e sicurezza per motivare la chiusura notturna dei valichi è solo un espediente tecnico per imporre un provvedimento restrittivo che penalizza in particolare i nostri connazionali. In effetti negli ultimi anni sono cresciuti alcuni sentimenti critici verso l’Italia e ciò purtroppo alimenta persistenti discriminazioni.
Per tale ragione giovedì scorso, insieme a tanti cittadini tra cui Eros Sebastiani Presidente dell’Associazione Frontalieri Ticino e Gerolamo de Palma coordinatore ticinese del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE), abbiamo manifestato il nostro punto di vista partecipando, in diretta televisiva dalla dogana di Cremenaga, al programma di Rete4 con Maurizio Belpietro “Dalla vostra parte”. Abbiamo ribadito tutta la nostra contrarietà alla chiusura notturna della frontiera, convinti che questa iniziativa possa coinvolgere in futuro anche altri valichi e creare le basi per ulteriori misure penalizzanti nei nostri confronti. Ho parlato con il Presidente della Comunità montana del Piambello Maurizio Mozzanica, che con i Sindaci ha da poco manifestato contro questo inaccettabile provvedimento. Gli ho espresso tutto il sostegno e la solidarietà per le iniziative che, insieme ai suoi amministratori, deciderà di portare avanti su questo argomento. Insieme al Consigliere Luca Marsico, che a riguardo ha presentato e fatto votare in Regione una propria mozione a sostegno degli Italiani di frontiera ed insieme all’onorevole Lara Comi, che ha già chiesto all’Alto Rappresentante per la Politica estera in Europa Federica Mogherini provvedimenti contro la Svizzera per il mancato rispetto dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, siamo intenzionati a dar battaglia perché in alcun modo si ledano i diritti dei nostri connazionali di confine.
Giuseppe Taldone – Consigliere provinciale
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