Il “giallo” dei seminterrati: la maggioranza si divide sulle nuove norme
Da una parte la Lega, dall'altra Forza Italia: la delibera approvata da meno della metà del consiglio. E gli azzurri presentano una richiesta di parere al Prefetto
Sembrava solo una questione tecnica, ma sull’applicazione delle nuove norme per il recupero dei seminterrati la maggioranza va in ordine sparso e la delibera viene approvata con meno della metà dei presenti. «Maggioranza divisa», conclude l’opposizione (che è un po’ più che notare che notare che la maggioranza si divide). «Differenze di visione, l’abbiamo spiegato pacatamente» ribattono dalle file di Lega Nord e Forza Italia, che sul punto specifico si sono schierate su posizioni divergenti.
Il merito della questione è questo: si votava sull’applicazione della Legge Regionale per il recupero dei seminterrati, sostenuta al Pirellone prima di tutto da Forza Italia (Fabio Altinonate). Il nodo è costituito dal perimetro di applicazione delle nuove norme: l’assessore Orietta Liccati – poi dimessasi perché indagata – aveva predisposto la cartografia limitando l’applicazione solo ad alcune aree (per lo più centrali) della città. La Lega ha voluto attenersi alla prima stesura, mentre Forza Italia ha invece chiesto – in commissione e sulla stampa, vedi qui – un’estensione a tutto il territorio comunale. «Perché il proprietario di una villetta a Ronchi o Crenna non può accedere al recupero e uno in centro sì?» sintetizza Alessandro Petrone, capogruppo. FI ha sostenuto l’applicazione generalizzata dicendo – sostanzialmente – che è una questione di equità, che va nella direzione della «sburocratizzazione» (era uno dei pilastri fondamentali per FI per stare in coalizione) e che una più ampia applicazione della misura favorirebbe la “microeconomia” dell’edilizia, quelle delle piccole imprese locali.
A un certo punto il consigliere forzista Leonardo Martucci ha anche srotolato la cartografia specifica (nella foto in alto), per sottolineare la disparità che la norma creerebbe, seguito poi dall sindaco Cassani che ha srotolato un’altra carta, per rispondere nel merito.
Forza Italia aveva anche presentato una questione pregiudiziale (essenzialmente: il consiglio ne poteva discutere?), si è passati da un doppio voto intermedio (compreso un emendamento degli azzurri, respinto) e da una sospensione per verifica in maggioranza, prima di arrivare al voto finale. Ed è qui che si è aperto il vero problema: la Lega Nord – con il sindaco, il presidente del consiglio Donato Lozito e Martignoni di FdI – ha votato a favore, Forza Italia e Libertà per Gallarate si sono astenute, insieme all’opposizione. Norma approvata con 9 voti a favore. O forse no: perché i presenti erano 23 e il regolamento – dice Forza Italia – prevede la maggioranza dei presenti (mancano quindi 3 voti per arrivare a 12 su 23).
«Abbiamo presentato una richiesta di chiarimento e di interpretazione rivolta al Prefetto, al segretario comunale e al presidente del Consiglio comunale» dice Alessandro Petrone, capogruppo azzurro. Che riconduce le divergenze in maggioranza a un franco dibattito e dice che anche la richiesta va interpretata come «una richiesta ad adiuvandum per chi ha votato la delibera». Per verificare che tutto sia regolare. «In ogni caso avevo già reso noto in consiglio che avrei fatto tutti gli approfondimenti del caso» precisa il presidente dell’assemblea civica Lozito.
L’episodio è stato richiamato dall’opposizione come spia di una maggioranza divisa e segnata da «continua litigiosità»: «due mesi senza consiglio comunale, un assessore all’urbanistica che manca da inizio maggio» ha sottolineato Giovanni Pignataro, Pd. Rocco Longobardi (Gallarate 9.9) ha parlato di «mancanza di visione strategica della maggioranza» in questi mesi. Lega e Forza Italia – su questo – hanno fatto quadrato dicendo che invece sui seminterrati c’è solo un confronto tra idee diverse: «Sul DUP e sugli altri punti abbiamo dimostrato che la maggioranza c’è ed è compatta» conclude Petrone. A microfoni spenti, però, anche in maggioranza c’è chi dice che l’attrito evidente in consiglio non si limita al solo tema dei seminterrati, ma è una spia della dello scontro sotterraneo tra Forza Italia e Carroccio e che avrebbe il suo punto nodale nella nomina dell’assessore all’urbanistica, in ballo da due mesi. Le forze minori stanno ai margini, ma non proprio del tutto silenti: i ferraziani di Libertà per Gallarate hanno votato in un caso con Forza Italia e si sono astenuti al voto finale. E appena prima del voto è stato Luca Carabelli (appunto di Libertà per Gallarate) a chiedere la sospensione per fare il punto tra le forze di centrodestra.
Un’altra spia è emersa nella prima fase delle comunicazioni, quando Giuseppe De Bernardi Martigononi di Fratelli d’Italia ha criticato il rinvio di alcune mozioni – sui profughi e sui frontalieri in Svizzera – che da mesi attendono di essere discusse (anche se entrambi i temi sono ancora apertissimi). «Sulla stampa il sindaco ha preso una posizione sugli asilanti, io ho presentato una mozione e pensavo si potesse esaminare, invece non è stata discussa» si è lamentato Martignoni. «Non è l’unica posticipata e ignorata, doveva andare in commissione ma non è ancora stata convocata», ha detto criticando indirettamente il presidente (Germano Dall’Igna, FI). Lo stesso Martignoni ha poi votato contro l’emendamento proposto da Forza Italia e poi a favore, insieme alla Lega, nel voto finale.
Cosa succederà ora, è da vedere. A partire dalla risposta che arriverà sul parere chiesto dagli azzurri.
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