Nuovi treni, capotreno e operai d’officina, i numeri di Trenord

Rispondendo alle contestazioni dei pendolari, la società cita i piani di potenziamento, che non riguardano solo il materiale rotabile ma anche le nuove assunzioni

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Le cause delle soppressioni, le ragioni della protesta, ma anche i numeri dei piani di rinnovamento del parco rotabile e di potenziamento delle risorse umane. Trenord ha risposto con una lunga e dettagliata nota alle contestazioni dei pendolari sulle soppressioni.

«Le soppressioni registrate nel 2017 sono state concentrate nel mese di giugno, in particolar modo tra l’11 e il 25 giugno, nelle due settimane colpite dal caldo torrido e sulle linee dove circolano i treni più vecchi della flotta, proprio in concomitanza con le zone a bollino rosso indicate dai bollettini meteo. Il binomio “caldo-vetustà dei mezzi” ha determinato guasti rilevanti comportando, in particolare, il blocco e quindi la repentina indisponibilità dei vecchi treni diesel Aln668 ed elettrici Ale582 che collegano i territori di diverse province ad alcuni importanti capoluoghi» (i treni citati risalgono agli anni Settanta-Ottanta). È una informazione che va incontro alle segnalazioni dei giorni scorsi, come spiegavano in questo articolo.

Quello che invece non torna, secondo Trenord, sono i guasti sui treni più moderni, una criticità che i Comitati pendolari citavano esplicitamente: «Le flotte più moderne non hanno risentito di guasti significativi o bloccanti, se non in maniera ‘fisiologica’, come accaduto ovunque e anche nella vicina Svizzera. Il blocco delle flotte più datate subentra sia per gli impianti di climatizzazione sia le componenti meccaniche ed elettriche».

Per Trenord l’accostamento con il crac del dicembre 2012 – quando si paralizzò il servizio ferroviario lombardo – «è assolutamente fuori luogo oltre che diffamante». «Nonostante il picco di soppressioni rilevato nel giugno 2017, le stesse sono inferiori al numero di soppressioni del giugno 2016, con uno sciopero in entrambi i mesi dei due anni».

Trenord riconduce la protesta invece alla prevista sostituzione con bus di alcune corse («quelle che oggi trasportano meno di 50 Clienti a treno») sulle linee secondarie, per il mese di luglio. «La proposta – ribatte Trenord – non aveva altro obiettivo se non quello di incrementare la soddisfazione dei nostri pochi Clienti su quelle linee e di assicurare loro viaggi comodi su mezzi climatizzati».

Quanto alle contestazioni sui turni del personale, Trenord ricorda che «proprio nel mese di giugno 2017» sono entrati in servizio 44 nuovi capitreno. «Nel frattempo continua l’implementazione del poderoso piano di assunzioni che prevede l’ingresso di circa 200 nuove risorse tra il 2017 e il primo semestre 2018, tra cui 21 nuovi capitreno dal prossimo mese di settembre, 40 nuovi macchinisti nel primo quarter 2018».

È poi prevista anche l’assunzione di 51 giovani manutentori specializzati, «con ingresso progressivo dalla scorsa primavera che consentiranno l’internalizzazione di alcune attività manutentive ad alta specializzazione nei depositi e officine di Trenord». La società poi, sempre per quanto riguarda la manutenzione, Trenord ricorda l’attivazione di un nuovo deposito a pieno regime (Camnago), l’internalizzazione di attività manutentive ad alto contenuto specialistico, e l’attivazione di due nuovi “cantieri esterni”, l’acquisizione negli ultimi due anni di 58 treni nuovi. «Altri 18 sono stati o saranno immessi in servizio nel 2017. In totale 76 nuovi treni che hanno permesso, da un lato, di accantonare alcuni mezzi che circolavano da oltre 40 anni e, dall’altro, di aumentare la produzione giornaliera del 25% negli ultimi cinque anni rispondendo così alla sempre crescente domanda di mobilità ferroviaria in Lombardia. A valle di questi arrivi, il 40% dei convogli di Trenord avrà ancora un’età media pari a 35 anni» (va comunque ricordato che i treni, rispetto a veicoli su gomma, hanno una vita media più elevata). Insomma, la stessa Trenord riconosce che su questo versante c’è ancora da fare e rinvia in parte a Regione Lombardia:, ricordando che si prevede «un massiccio piano di investimenti in nuovo materiale rotabile, condiviso con Regione Lombardia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Luglio 2017
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