“Vorrei un sostegno sempre più ampio per Pallacanestro Varese”
Castelli, presidente di "Varese nel Cuore". «Ponti può essere d'esempio per altri investitori. Tutti possono sostenere il club»
Inserito nel gruppo il nuovo sostenitore, Gianfranco Ponti, avviata la campagna abbonamenti (ormai a due terzi del cammino), quasi fatta la squadra (con Coldebella, Bulgheroni e Caja nella veste di costruttori), è tempo per Alberto Castelli di fare il punto sulla situazione della Pallacanestro Varese, almeno per quanto riguarda le sue competenze.
PORTE APERTE A CHI VUOLE INVESTIRE
Il presidente del consorzio “Varese nel Cuore” ha scelto di sottolineare un aspetto emerso negli ultimi mesi e soprattutto toccato nel corso della presentazione di Ponti anche se in quella occasione era – ovviamente – passato in secondo piano.
Castelli parte da un punto netto, cifre alla mano: «Nelle ultime due stagioni i consorziati hanno immesso in totale nelle casse societarie quasi 2,9 milioni di euro. Lo abbiamo fatto perché era necessario, ma si è trattato di uno sforzo eccezionale e non ripetibile: i numeri che il consorzio può garantire a regime sono sicuramente inferiori (circa 8oo mila euro a stagione ndr) e quindi è necessario che Pallacanestro Varese trovi ulteriori sostegni alla propria attività».
Il dirigente biancorosso traccia anche un possibile scenario: «Una situazione che mi piacerebbe per il futuro sarebbe quella di avere una partecipazione al 50% per Consorzio e Trust e al 50% per altri soci. Ponti e il suo gruppo, mi auguro, potrebbero essere i primi se daranno seguito all’opzione sul 20% del totale ma questo naturalmente tiene le porte aperte anche ad altri soggetti. In questo momento non ci sono candidati, che io sappia, ma io credo che proprio l’arrivo di Ponti possa innescare un effetto a catena verso altre figure interessate a condividere questa avventura sportiva. Che, lo garantisco in prima persona, una volta intrapresa, diventa coinvolgente e appassionante».
PALLACANESTRO VARESE, BENE SOCIALE
Un “gioco”, la Pallacanestro Varese, che Castelli non ha remore a definire “un bene sociale di tutta la nostra provincia”. «Un aggregatore – prosegue – che non ha eguali, e non solo in campo sportivo. Per questo motivo uno dei nostri compiti è quello che la società rimanga viva e prosegua nella sua attività ad alto livello: avere il basket di Serie A può sembrare scontato, visto che in città è presente da decenni, però è bene ricordare che di scontato non c’è nulla. Noi, inteso come Consorzio, però siamo impegnati proprio su questo fronte».
Un altro aspetto su cui Castelli pone l’accento è la possibilità per tutti di sostenere il club cinque volte campione d’Europa. «Mai come oggi chiunque ha un modo per starci vicino. Gli imprenditori e le aziende possono entrare nel consorzio o diventare sponsor (ricordiamo: sono due soluzioni differenti ndr); i privati cittadini possono aderire al trust “Il basket siamo noi” oltre a contribuire con il proprio abbonamento o, per i meno assidui, con i biglietti singoli e l’acquisto del merchandising. Insomma, di strade ce ne sono molte».
LA PROSSIMA STAGIONE
Nel suo ruolo attuale, Castelli non entra – e non vuole entrare – nel merito di alcuna scelta che tocchi l’area sportiva, e anche nell’incontro con i giornalisti convocato per quest’oggi il dirigente evita qualsiasi giudizio su tecnici e allenatori. Piuttosto, anche in quest’ambito, Castelli vuole rimarcare discorsi già toccati da altri. «Mi sembra evidente che il budget destinato agli ingaggi dei giocatori non possa essere alto (la stagione 2016-17 è costata in stipendi netti circa un milione di euro anche a causa degli innesti di Dominique Johnson e Caja ndr). Per questa squadra sono stati scelti profili di giocatori ben definiti: umili, lottatori, gente desiderosa di trovare riscatto e di farsi notare a livelli alti. Dal punto di vista del Consorzio il mercato riflette l’indicazione di provare a fare il meglio possibile con i mezzi attualmente a nostra disposizione».
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