Quarant’anni fa l’impresa: cinque giorni sottoterra a -300
Tutt’Italia parlò dell’esperimento realizzato per testare come corpo e mente reagiscono al chiuso. Oggi la foto nella stessa posa che li rese famosi
Esattamente 40 anni fa una spedizione speleologica del CAI Varese intraprendeva un’avventura che, allora, ebbe grandissima risonanza su tutti i giornali, locali e nazionali. Anche i notiziari radio dettero ampi resoconti all’impresa: era la “Spedizione Marelli”.
Otto speleologi del CAI rimasero 5 giorni a meno 300 metri compiendo una serie di prove sia mediche che attitudinali per vedere il comportamento dell’organismo umano senza stimoli esterni.
Niente orologi, buio costante, rotto solo dalle tenui luci delle lampade ad acetilene.
Unica deroga, un collegamento telefonico via cavo con l’esterno per i casi di eventuali soccorsi. «Ebbene, mercoledì 2 agosto a 40 anni esatti da allora, gli stessi componenti ancora in ottima salute, si sono ritrovati sul campo dei Fiori per rivivere le emozioni di allora», racconta uno di loro, Franco Rabbiosi (nella foto sopra, i due brindisi. Lo scatto d’epoca è stato pubblicato da Il Giorno).
«Abbiamo scattato una fotografia cercando di rimetterci nella stessa posizione di quella che allora, pubblicata su innumerevoli testate, ci rese “famosi”», conclude.
Nella foto che pubblichiamo, assieme a quella di allora, ci sono Luigi Anzi, Antonio Pallanti, Mario Mirannati, Fabio Sozzani, Luciano Langeli, Luigi Molteni, Franco Rabbiosi, Pietro Di Rico, Olimpio Gasparotto.
L’impresa verrà ricordata con una mostra nel mese di ottobre presso la sala Montanari gentilmente concessa dal comune di Varese al CAI.
Nell’incontro verrà esposta una breve cronistoria sulle motivazioni, obiettivi ed aspettative della spedizione, la preparazione ed i momenti che ne hanno preceduto l’inizio.
Seguirà la proiezione di immagini e di giornali dell’epoca, che hanno ampiamente “raccontato” la spedizione, prima dell’entrata, durante la permanenza in grotta e all’uscita, (le immagini dei giornali si alterneranno a quelle realizzate sia fuori che lungo tutto il percorso dei rami nuovi e sulla permanenza nella Sala dell’Argilla).
Durante la proiezione, che avrà un leggero sottofondo musicale, verrà letto il diario che è stato scritto durante i cinque giorni allineando il commento con le immagini di riferimento.
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