L’autunno sul Ticino è uno spettacolo. Visto dal battello ancora di più
È partita domenica scorsa la navigazione dal Panperduto sulle acque del Ticino e del Villoresi. Un bel viaggio tra ambiente, storia e tecnica, mentre i boschi si vestono dei colori autunnali
I boschi del Parco del Ticino si preparano a vestirsi con i colori dell’autunno. E da quest’anno si potrà ammirarli anche dalla prospettiva insolita delle acque del Ticino: proprio nel primo weekend d’autunno infatti sono partite le crociere che dall’ostello di Panperduto portano sul fiume azzurro e sul bacino dove nasce il canale Villoresi.
Di base si possono scegliere due formule diverse di visita, da 50 o 90 minuti: comprendono la navigazione sulle acque e poi la visita al museo – sull’isolone Confurto, normalmente inaccessibile – e alle zone naturalistiche (qui i dettagli; per informazioni e prenotazioni 342/6766047 visit@panperduto.it). Partendo dal Panperduto si affronta subito un passaggio curioso e interessante: la barca entra nella conca di navigazione attivata nel 2015 dal Consorzio Est Ticino Villoresi, che sotto la guida di Alessandro Folli ha deciso di investire anche sull’uso turistico dei canali. È la versione moderna delle conche leonardesche che per secoli hanno garantito la navigazione sui navigli consentendo di superare i dislivelli: si entra a una certa altezza, le porte in ferro alle spalle si chiudono, la conca si riempie d’acqua e le porte di fronte si aprono, permettendo di risalire il fiume. Nel Ticino si naviga fino a sfiorare il ponte-diga di Porto della Torre. «La diga fu costruita nel 1927 per regolare l’altezza del fiume e garantire la portata al canale Regina Elena» spiega Cristiano Nericcio, geologo e guida ambientale. A questo si aggiunse anche la centrale elettrica costruita nel dopoguerra, con l’imponente edificio della sala della generatrice, aperto in occasioni straordinarie (c’è un’idea per abbinare alla gita in battello anche la visita alla centrale, per ora allo stadio di ipotesi).
Si accarezza poi la sponda piemontese, boscosissima. Oltre ai pesci e agli uccelli di fiume, la visita guidata propone anche curiosità, come il fantasma della fabbrica di dinamite impiantata in questi boschi a inizio secolo: produceva esplosivo per scavare la galleria ferroviaria del Sempione. Ritornati alla conca (secondo passaggio), ci si immette nel bacino di Panperduto, affascinante spazio in cui lo scorrere lento della corrente consente di ammirare le acque trasparentissime e la fauna che la frequenta, dai rospi ai cormorani, alle anatre, senza contare ovviamente i pesci. Si finisce poi per lambire la seconda “opera di presa” del Villoresi (che ad oggi non si può superare) per poi risalire sulla sponda opposta fino a sbarcare all’approdo al Museo delle Acque Italo Svizzere, che con soluzioni grafiche interessanti racconta la storia dello sfruttamento delle acque (dalla preistorica Civiltà di Golasecca fino all’ingegner Villoresi e alle centrali elettriche). All’esterno c’è anche lo spazio rilassante del Giardino dei Giochi d’Acqua, mentre ritornando verso l’Ostello a piedi si può ammirare la “scala di risalita” per i pesci e la piccola centrale elettrica realizzata negli ultimi anni.
Si naviga a bordo della motobarca “Verdi”, del Consorzio Navigare l’Adda, che ha appunto la concessione del servizio (mentre per la biglietteria fa capo all’Ostello del Panperduto). La barca è arrivata – trasportata via terra – a metà settembre da Corsico. «Siamo partiti nel 2004 sull’Adda, con la tratta Pizzighettone-Lodi» spiega Carlo Pedrazzini, presidente del Consorzio. «Nel frattempo abbiamo attivato la navigazione sul naviglio a Milano, a Pavia sul Ticino, sulla Martesana a Vaprio, a Imbersago nella parte alta dell’Adda. Dallo scorso anno abbiamo anche una tratta sul lago di Como, da Lecco». I piccoli battelli del Consorzio hanno trasportato quest’anno «70 mila passeggeri, metà dei quali sui navigli milanesi».
La “Verdi” è una delle due gemelle varate nel 2015: è riscaldata e offre cinquantacinque posti al coperto, nelle normali crociere. «Ma faremo anche degli aperitivi in battello, per vedere il Panperduto da un altro punto di vista diverso: in quel caso porteremo una quarantina di persone» spiega Gabriella Pedranti, tra i gestori dell’Ostello del Panperduto, che è oggi è frequentato più da turisti stranieri che da italiani.
Il riscontro della navigazione è stato più che ottimo: «Subito la prima domenica, con 110 posti disponibili, abbiamo dovuto lasciare a terra alcune persone» spiega Pedranti. «E ne abbiamo già 40 occupati per la prossima data». Per avvicinare anche i residenti locali anche il Comune fa la sua parte: per la prossima “Festa dei nonni” il Comune offrirà tre corse (due sabato 7 ottobre, una il 14 ottobre) a nonni e nipoti che si presenteranno insieme. «Il Panperduto per noi è un luogo prezioso» spiega Ilaria Ceriani, assessore del Comune. «Insieme al castello e a Volandia, sono le principali attrazioni presenti sul nostro territorio. Stiamo lavorando in rete e i frutti si vedono».
Per ora la sperimentazione prevede una serie di date nei mesi d’autunno, la barca rimarrà all’altezza di Panperduto fino a dicembre. L’avvio è stato buono e – con un po’ di ottimismo – il sistema proposto ha le carte in regola per diventare un punto turistico interessante, per chi abita sul territorio e anche per chi viene da fuori. All’altezza del museo due frecce indicano i chilometri di navigazione che servono a raggiungere Locarno da un lato, Milano e Venezia dall’altro: andare dal Lago Maggiore alla laguna è un bel sogno d’antica data e man mano sta diventando più concreto.
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