Legnano, fermato omicida: ha ucciso per vendicare la sorella
L'uomo assassinato mercoledì in via Tasso, domenica notte ha picchiato la compagna: così il fratello della donna ha deciso di ucciderlo
Ha ucciso per difendere la sorella, vittima di percosse e angherie.
C’è un fermo per l’omicidio di Legnano. Si tratta di un 29enne di Legnano, Antonio Calello.
I Carabinieri della Compagnia di Legnano guidati dal capitano Francesco Cantarella, in collaborazione con il Nucleo Investigativo di Monza e coordinati dal Sostituto Procuratore di Busto Arsizio Nicola Rossato lo hanno individuato e interrogato nella notte. Durante una perquisizione a casa, all’interno dei pantaloni, sono stati rinvenuti tre proiettili non esplosi 7.65 identici a quelli esplosi contro la vittima, Gennaro Tirino, 38 anni.
IL MOVENTE DELL’OMICIDIO
L’ultimo pestaggio, molto grave, è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. Per questo il 29enne ha imbracciato l’arma, ha raggiunto Gennaro Tirino fuori dal bar dove stava facendo colazione e ha sparato sette colpi di arma da fuoco contro di lui. La ragazza non aveva mai sporto denuncia nè si era mai fatta medicare in ospedale nonostante le gravi aggressioni subite, tranne quando tra domenica notte e lunedì ha subito così tante botte da rendere necessario l’intervento del 118 e della polizia.
LA CONFESSIONE
Nel corso della confessione, Calello ha dichiarato di aver commesso l’omicidio al culmine di una lite avuta con la vittima: secondo la ricostruizione fornita, Tirino avrebbe estratto un’arma allo scopo di minacciare il 29enne. Ne è poi nata una colluttazione, nel corso della quale il Calello ha disarmato l’avversario, attingendolo con alcuni colpi d’arma da fuoco, per poi darsi alla fuga.
LA VITTIMA
La vittima, Gennaro Tirino, 38 anni, era originario di Napoli, quartiere Scampia, e si era trasferito a Castellanza da poco tempo. La sua fedina era macchiata da alcuni brutti episodi. A suo carico c’è infatti una condanna per stupro ai danni di due ragazzine minorenni di 13 e 17 anni, sorelle. Cinque anni la pena, ma risultava attenzione anche in altri procedimenti per frequentazioni con esponenti della malavita.
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