Incendio devastante: salvata l’azienda e 540 posti di lavoro
Le fiamme alla Roncadin che produce 500mila pizze surgelate al giorno. Grazie al lavoro di squadra tra azienda, lavoratori e sindacato, la produzione riprende a tempo di record. Fondamentale la comunicazione di crisi operata dalla EoIpso di Legnano che diventa una vera case history
Una settimana fa l’inferno. Un vasto incendio divampato alla Roncadin di Meduno (PN) aveva distrutto quattro linee di produzioni su sei. Un’azienda nota solo agli addetti ai lavori, ma il suo prodotto è gustato da milioni di persone perché la Roncadin produce circa 500mila pizze surgelate al giorno grazie al lavoro di 540 persone.
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Milioni di euro in fumo, ma soprattutto la paura di perdere il lavoro per sempre. Edoardo Roncadin, fondatore dell’azienda, era intervenuto subito: «La cosa importante è che non ci sono feriti. Prontissimo è stato l’intervento dei dipendenti, con capiturno e manutentori che si sono subito accorti della gravità della situazione e hanno attivato le corrette procedure di evacuazione e di sicurezza. Torneremo subito al lavoro. Se sarà necessario lavorare giorno e notte, sabato e domenica, lo faremo. Ci rialzeremo».
Da allora tanto impegno, un vero gioco di squadra tra l’azienda, i lavoratori, il sindacato e soggetti istituzionali del territorio hanno permesso di arrivare a un accordo sulla produttività che porterà a valorizzare le linee di produzione rimaste attive lavorando sette giorni alla settimana su turni di 24 ore fino a Natale.
Oggi Roncadin, la nostra pizza, la nostra terra ed i friulani sono protagonisti su Corriere della Sera #Roncadinriparte
Pubblicato da Roncadin su Mercoledì 27 settembre 2017
Una scelta per salvaguardare le commesse e soprattutto i posti di lavoro. La storia non finisce qui però perché tutto è stato reso possibile anche grazie alla grande professionalità di chi ha gestito la comunicazione di crisi. L’ufficio stampa della Roncadin è gestito dalla EoIpso di Legnano. Sul campo Marino Pessina, Miriam Giudici e tutto lo staff dell’azienda di comunicazione che in questi giorni hanno seguito passo passo l’azienda.
“Da anni ci siamo specializzati anche per la comunicazione di crisi. È un lavoro delicato che richiede una preparazione specifica e una grande conoscenza dell’azienda. In troppi parlano di comunicazione di crisi, in pochi ne hanno effettivamente affrontata una e sono davvero preparati per gestirla. Noi sappiamo come tutelare la reputazione dei clienti off e on line, perché quando scoppia una crisi, l’unica realtà è quella percepita come vera dai pubblici di riferimento”.
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Pubblicato da Eo Ipso comunicazione su Mercoledì 27 settembre 2017
Del buon lavoro di EoIpso se n’è accorto anche Il Sole 24ore che a firma di Luca Orlando ha scritto un articolo, Roncadin: lezione di comunicazione in tempo di crisi, proprio su questa storia.
“L’aspetto forse più sorprendente è la gestione della comunicazione, decisamente al di sopra della media per un’azienda familiare. Roncadin potrebbe entrare a pieno titolo nelle “case history” insegnate nelle scuole di management, per evidenziare le buone pratiche in situazioni di crisi, in genere applicate dalle multinazionali. Che per la verità operano spesso sulla base di protocolli pre-definiti, senza improvvisare. La comunicazione Roncadin è stata tempestiva e precisa, aggiornando in tempo reale giornalisti e stakeholder esterni, creando una dataroom dedicata con tutte le informazioni sui danni, le azioni adottate, i tempi di recupero, le stime di produzione. Il tutto corredato da comunicati stampa, immagini e video”.
La comunicazione di crisi non era raccontare solo lo svolgersi dei fatti, ma anche dare una precisa immagine degli sforzi dell’azienda per tornare a esser produttiva grazie all’impegno di tutti.
“L’aver creato un evento mediatico chiaro e trasparente – prosegue Orlando – rappresenta tuttavia da questo punto di vista un antidoto potente. Immaginiamo l’imbarazzo di una catena di supermercati: di fronte alla scelta se tollerare o meno qualche ritardo nelle consegne e minori entrate nei negozi, è probabile che l’eco nazionale dell’evento giochi un ruolo non marginale”.
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