Ilma Plastica, una grande famiglia che produce
Benessere dei dipendenti al primo posto e alte specializzazioni tecnologiche fanno dell'azienda di Oltrona un fiore all'occhiello
Ci si saluta per nome, come avverrebbe in un piccolo paesino di montagna di 200 residenti. Ma al posto dei tetti innevati ci sono frese e grandi macchinari in funzione, alla Ilma Plastica di Oltrona al Lago, Gavirate, dove questa mattina una delegazione di studenti della scuola media Giovanni XXXIII di Cittiglio ha fatto visita all’azienda, partecipando a Pmi Day, momento d’incontro fra studenti e imprese voluto dall’Unione degli Industriali della provincia di Varese.
Un’armonia frutto dell’impostazione aziendale raccontata da Alessandra Caraffini che assieme al fratello Stefano (responsabile del reparto stampaggio) è l’ultima generazione a raccogliere il testimone dello zio, fondatore dell’azienda nel 1938: «Partì tutto da uno scantinato, proprio qui».
Poi, passati gli anni del boom subentrò il padre, Antonio Caraffini ancora oggi colonna portante di questa azienda famigliare a tutto tondo dove si lavora per il 98% nel settore automotive.
Alessandra si occupa di risorse umane, e il termine ricorda l’abilità a selezionare il personale: qui si entra anche dal mondo dell’alternanza scuola lavoro, le maestranze arrivano dai dintorni e vengono formate spesso sulle macchine.
Ma non è tutto. Perché se la vera ricchezza di questa realtà è costituita dai dipendenti, allora è a ad essi che dev’essere rivolta un’attenzione particolare.
«Lavoriamo sul concetto di benessere a 360 gradi – spiega Alessandra Caraffini – . Abbiamo aderito al progetto “Whp” che sta per Workplace Health Promotion».
In pratica è la promozione della salute nei luoghi di lavoro attraverso lo sforzo congiunto dei datori di lavoro e dei dipendenti per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori.
«E lo facciamo con azioni concrete: attività fisica, momenti di condivisione anche dedicati alle famiglie, penso alla maratona di Milano, alle gite alle isole Borromee o le giornate al maneggio, per i bimbi dei dipendenti. L’obiettivo è aumentare il clima positivo di momenti speciali, che non deve fermarsi alla domenica sera ritrovarsi di nuovo alla macchinetta del caffè il lunedì mattina».
L’anno scorso è stato introdotto il servizio di “CUP” aziendale: esami o una visite specialistiche si potevano prenotare con un operatore esterno che andava in azienda, e sempre in azienda veniva fatto il prelievo di sangue e c’era addirittura il servizio “maggiordomo” cioè di ritiro degli esami: un enorme risparmio di tempo per chi deve conciliare i tempi del lavoro e della famiglia.
Così la Ilma si è svelata, una mattinata d’autunno, in quei momenti dove la nebbia combatte col sole perché il lago è là, a cinque minuti a piedi.
«Qui vedete ciò che vedrete sulle strade nel 2019, o nel 2020», spiega il direttore tecnico e di produzione Leonardo Volponi, mentre presenta la prima tappa del tour nell’ufficio progettazione, dove gli studenti – accompagnati dai professori Lavinia Zingali di italiano, e Giovanni Nero di matematica e scienze – osservano rapiti i modelli che viaggiano in 3d sui monitor dei progettisti che col mouse li girano e rigirano.
Ma il vero miracolo di queste visite è assistere alla creazione: materie prime – blocchi di acciaio – passano attraverso le frese per diventare stampi; ancora, quel mare di palline bianche, i polimeri, diventano prodotto finito impiegato dalle case automobilistiche: paraurti, ma anche componenti anteriori esterni dei modelli auto fra i più diffusi al mondo.
Tutto realizzato qui, in questa azienda dai grandi volumi, fra progettazione, produzione e stoccaggio. Tutto raccontato in un libro, stampato per i 75 anni dalla fondazione, dal bianco e nero ai colori dei giorni nostri.
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