“Nel Lago Maggiore non c’è più acqua ma si pensa solo alle piene”
Il Parco del Ticino ha abbandonato il tavolo tecnico dall'autorità di bacino: "Si considera solo la situazione emergenziale delle piene"
Il Parco del Ticino non parteciperà più alle riunioni dell’autorità di bacino distrettuale del Po. E’ questa la decisione presa dal consiglio del Parco per protestare contro il perdurare dell’atteggiamento tenuto dallo stesso tavolo “ossia la volontà di considerare soltanto la situazione emergenziale delle piene e non -si legge in una nota- come molto più logico e attuale stante la situazione degli ultimi anni, la crisi idrica nella quale ancora ci troviamo e che sta raggiungendo livelli drammatici”. (foto
Giovanna Maffioli).La posizione del Parco è stata sempre quella di chiedere il mantenimento nel Lago di una maggiore quantità d’acqua come riserva, fatti salvi i periodi nei quali siano previsti eventi meteo particolarmente importanti. Quest’anno, considerata l’evoluzione climatica degli ultimi anni, il Parco aveva proposto di definire un modello operativo elastico, adattabile in base alle reali condizioni, affinché il gestore potesse determinare il livello del Lago da tenere evitando nel limite del possibile le due situazioni estreme.
Tuttavia le valutazioni portate al tavolo non hanno avuto effetti e il modello di lavoro continua a tenere in considerazioni soltanto la situazione delle eventuali esondazioni (piene), tanto che la relazione presentata a chiusura dei primi tre anni di lavoro dà parere contrario a un pur minimo innalzamento a 1,30 mt sullo zero idrometrico di Sesto Calende.
«La situazione è diventata surreale e insostenibile –commenta il vicepresidente, Luigi Duse-. Si parla d possibili piene quando il lago non ha più acqua da oltre 200 giorni. Noi a perdere tempo con discussioni surreali non ci stiamo più! Agiremo in tutte le sedi possibili per tutelare l’ecosistema Ticino e il lago Maggiore. Pertanto non condividendo il contenuto della relazione presentata questa mattina, non l’abbiamo firmata e abbiamo abbandonato il tavolo».
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