Un mese di Ofo a Varese: ecco cosa è successo in città
Ad un mese di distanza facciamo un primo bilancio del nuovo e conosciutissimo bike sharing con il membro storico di Fiab - Ciclocittà Varese, Rossana Chiodi
Era l’8 novembre quando, con una conferenza stampa di avvio del servizio, Varese è diventata una città gialla e a due ruote. Arrivavano infatti in quel giorno le 300 bici Ofo che hanno cambiato a molti le abitudini e a molti altri ha destato una grande curiosità. Sarà Vera rivoluzione in città?
Ad un mese di distanza forse è ancora presto per fare un bilancio, ma si può già ragionare di tendenze. Noi l’abbiamo fatto con il membro storico di Fiab – Ciclocittà Varese, Rossana Chiodi.
«Sta andando piuttosto bene – spiegaRossana Chiodi – abbiamo sentito anche il parere di Ofo, che ci ha detto che al momento ci sono 3-4 utilizzi per bicicletta al giorno. Non va per niente male, tenendo conto che è inverno e che la media era di 5 utilizzi al giorno quando era gratis: il che significa che non è poi diminuito di molto, l’uso».
Ofo Italia ha un altro motivo di soddisfazione a Varese: «Ci hanno comunicato anche che il tasso di rotture e vandalizzazioni è contenutissimo, decisamente nei limiti del fisiologico. Insomma, nel complesso sono contenti di quest’inizio».
In compenso, per chi promuove da sempre con la sua associazione l’uso della bici in città, vedere le biciclette gialle è una soddisfazione: «Vederle in giro è bello, specialmente i giovani la utilizzano – spiega Rossana Chiodi – Anche quelli che magari all’inizio non avevano l’avevano presa in considerazione come mezzo di trasporto, e hanno cominciato così: ma è un bene, se entra nella cultura è importantissimo. Senza contare l’utilità che ha per i pendolari, che possono lasciare la bici in stazione senza avere il problema del furto. Insomma è una cosa interessante, e sentire che molte altre città lombarde aderiranno è una conquista».
Una frase è anche per chi si lamenta del loro cattivo uso: «Molti non hanno ancora capito come funzionano davvero, gridano all’”abbandono” ma è così che funziona: si possono davvero lasciare dove si vogliono, purchè non siano in posti che danno fastidio agli altri. E tutto sommato l’iniziativa ha un buon successo, avvicina persone nuove alla bici e ne aumenta la coltura. Tra l’altro essendo arrivata quasi in concomitanza con l’aumento del parcheggio, ha fatto venire in mente la comodità e l’economicità del mezzo».
Un primo passo dunque, ma un primo passo importante: «Se il comune poi metterà mano al servizio pubblico e farà qualche pista ciclabile urbana in più, potrebbe cambiare davvero il volto di questa città – conclude la rappresentante di Fiab- Ciclocittà Varese – Molti adesso non usano la bici perchè hanno paura delle macchine, le piste dedicate possono aiutare a invertire la tendenza. Ma le ofo sono comunque un buon inizio».
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Si tratta senzáltro di un’ottima iniziativa, volta a far evolvere la citta’ verso uno stile di vita piu’ sano e environmental friendly.
Esiste purtroppo il problema che non tutti sono animati dai migliori propositi e sono state gia’ viste alcune biciclette vandalizzate in giro per la citta’ e i comuni vicini.
Bisognerebbe forse pensare (e magari e’ gia’previsto) a come tracciare l’ ultimo utilizzatore al fine di recuperare le biciclette e far pagare i danni.
Anche forse limitarne l’uso ai residenti.