Sulle responsabilità per la Moriggia ora è scontro politico
Verifica del danno e della possibilità di riaprire sono ancora in corso, non ci sono date. Il Pd accusa: "Ritardo di un anno". Da Amsc: "La vecchia gestione bloccò un intervento"
Il caso della piscina della Moriggia chiusa a tempo indeterminato diventa pienamente anche un caso politico. Al centro, la responsabilità sulla gestione dell’impianto, deterioratosi nel tempo fino a questo punto.
Il tema si era già affacciato settimana scorsa in consiglio comunale, con una prima critica del Pd. «Avete fatto passare un anno senza portare a casa nulla» aveva attaccato Giovanni Pignataro, capogruppo Pd, ricordando come l’impegno ad avviare la ristrutturazione della piscina fosse tra gli obbiettivi 2017 dell’amministrazione. Nei giorni scorsi, poi, il Pd è tornato sulla questione con Margherita Silvestrini.
E una risposta piccata viene ora anche dalla sede Amsc di via Aleardi. «La consigliera Silvestrini domanda cosa sia stato fatto negli ultimi sei mesi? Beh, a me verrebbe da chiederle se abbia mai domandato a Praderio e Spairani (ex presidente e amministratore unico, ndr) del perché non abbiano fatto nulla nei cinque anni di mandato dell’amministrazione Guenzani» replica Roberto Campari, amministratore dell’azienda comunale. Che chiede ragione al Pd – e di rimando alla vecchia gestione dell’azienda – «del perché nel 2011 abbiano bloccato il piano dei lavori della sezione tra copertura e controsoffittatura». Un intervento ipotizzato dopo un primo cedimento dei pannelli nel salone della vasca, «la stessa sezione che oggi è la causa principale della chiusura dell’impianto».
Era una scelta di cui si vociferava già nei giorni scorsi e che ora viene usato in modo pienamente polemico da Campari, in una questione divenuta appunto pienamente terreno di scontro tra maggioranza e opposizione. E se il Pd ha lamentato l’inerzia dei vertici (attuali) di via Aleardi, Campari non ci sta: «Gli unici provvedimenti e procedure significativi adottati dai nostri predecessori sono stati quelli finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Busto Arsizio che, ad oggi, non si è ancora pronunciata sulle verifiche condotte». Per questo Campari dice che la scelta di archiviare il vecchio bando era obbligata, così come quella di ri-partire con un nuovo percorso.
Ora si attende appunto il nuovo bando, annunciato dal sindaco Cassani già settimana scorsa e atteso – diceva il primo cittadino – per i primi giorni di marzo. La verifica del danno e la conseguente possibilità di riaprire la piscina sono ancora in corso e per ora non ci sono certezze.
«Nel frattempo – assicura Campari – sono state avvisate telefonicamente e/o via sms oltre 1.300 persone». La comunicazione puntuale era stata oggetto di polemica da parte di molti utenti nei primi giorni. «È chiaro che a questi utenti, così come a quelli non ancora raggiunti dai nostri uffici a causa della mancanza di recapiti utili a contattarli, una volta definito il futuro procedere, garantiremo il rimborso delle quote già versate, piuttosto che il recupero delle lezioni. Comprendo il disagio degli utenti ma è proprio per senso di responsabilità nei loro confronti che Amsc ha ritenuto prioritario chiudere l’impianto. Il passaggio successivo è consentire quanto prima la ripresa del servizio».
Il percorso per il futuro e la ricostruzione dei problemi (segnalati già dal 2010) saranno oggetto «di una conferenza stampa nella quale si forniranno risposte precise con documenti alla mano».
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