Gli elettori hanno bocciato la gestione ciellina della sanità

Nel trionfo del centrodestra spicca il fallimento della compagine che negli ultimi vent'anni ha gestito la sanità. Di Pier Fausto Vedani

pronto soccorso

Mentre per Roma le complicazioni sono dietro qualsiasi angolo, il governo lombardo  grazie al trionfo del Centrodestra guidato da Attilio Fontana ha solo due problemi: le scelte degli uomini e fare chiarezza in ordine a questioni come la sanità pubblica certamente mandata a catafascio qui da noi a Varese dal clan di Forza Italia che appunto oggi pretende di continuare nella gestione del delicatissimo settore, che è di enorme spessore finanziario, politico e ovviamente sociale. Mica stupidi gi ex formigoniani. (nella foto un’immagine del pronto soccorso)

Il tutto dopo che gli elettori hanno bocciato senza ombra di dubbio la loro attività, non solo nel Varesotto, liquidando il gruppuscolo di strapotere di matrice ciellina. Anche se silenziosa è stata una vera ribellione, sono volate bocciature vere e proprie ma senza provocare scossoni o peggio terremoti all’interno della coalizione di Centrodestra.

Sono stati gli unici di un cartello elettorale stravittorioso a perdere faccia e posto al sole. Il messaggio degli elettori varesini a Fontana è stato forte e chiaro: adesso ridateci il sistema sanitario che anni fa vi abbiamo consegnato perfettamente funzionante, ridateci un ospedale di Circolo che sia vero luogo di cura. Ridateci corsi universitari che siano veramente formativi ad ampio raggio, come erano stati concepiti.

È un messaggio forte e chiaro che viene alla nostra terra ma che è partito anche da altri  luoghi di Lombardia dove i commandos forzaitalioti e ciellini hanno portato disordine e incompetenza spacciandoli come metodo infallibile per il rinnovameno del sistema sanitario, che presentavano come il migliore d’Italia.

Ma chi ha gestito la sanità ha realizzato il peggio possibile, non è un caso che l’anno scorso l’intero apparato amministrativo varesino il peggiore della secolare storia della nostra sanità, doveva essere ribaltato, ma il consorzio ciellino ha minacciato sfracelli. Gente che non aveva capito che i varesini amano i mutamenti silenziosi, che al fracasso delle rivoluzioni preferisce dolorosi e significativi pedatoni nel sedere.

Attilio Fontana  l’abbiamo salutato come sindaco onesto, per dieci anni borseggiato, come altri sindaci leghisti, dai vertici di un partito che doveva dimostrare di essere una  reale potenza. Adesso che con Salvini la Lega ce l’ha fatta a essere nazionale risarcisca nei limiti del possibile la fanteria lombarda strapazzata da alleati poco raccomandabili. Chiediamo solo che ci si incammini verso il recupero di un sistema sanitario e di un ateneo che con alcune industrie sono l’avanguardia scientifica e culturale della città. Varese attende giustizia e di ritrovare lo slancio dei suoi anni migliori. Non abbiamo bisogno di salvatori di anime né di oranti. Li abbiamo avuti e li abbiamo ancora, sono la nostra tradizione di casa, gente genuina, affidabile, credibile che fa i nostri interessi, quelli della nostra comunità, nessuno escluso.

Lo Stato  per primo ha depredato la sanità nazionale: tagli enormi dovuti anche alle spese pazze di alcune regioni, ma sofferenze e disagi inflitti a degenti e parenti che affollavano e affollano il nostro Pronto Soccorso non si sono mai registrati in realtà simili alla nostra, segno che la riforma è stata applicata con giusti criteri. Qui da noi da anni si va avanti con situazioni incresciose: lo stop elettorale probabilmente avrà  conseguenze positive. Non aspettiamoci miracoli ma se per esempio Como e la sua sanità  sono gestiti meglio rispetto alla nostra una ragione ci dovrà pur essere. La gente, il territorio, i dipendenti dell’ospedale chiedono di partecipare.

Sono stufi di essere sudditi. Tra l’altro di chi ha scarsa sensibilità. Non rientra nei compiti istituzionali di un presidente la gestione della sanità, ma sappiamo bene quanto può contare l’affettuosa occhiata del numero 1 di Lombardia alle questioni di casa. Tanto  più  che da sindaco non ne ha ricevute molte. Ma eravamo alla storia di un’altra Lega.

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Pubblicato il 10 Marzo 2018
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da fmuzul

    Qualche dato concreto ?
    Perche’ in questo articolo ci sono tante parole ma niente dati concreti.
    Anche io mi sono spesso chiesto, a fronte di notizie allarmanti sui disservizi della sanita’, come mai non si riuscisse a far funzionare le cose come in passato.
    Una spiegazione che mi sono dato e’ che forse adesso ci sono molte piu’ richieste, forse gli utenti sono diventati molto piu’ esigenti, sia per quantita’ che per qualita’ delle prestazioni, e allora forse, se il personale medico e’ lo stesso di prima, se le risorse sono le stesse di prima,
    ecco che si giunge al punto in cui la situazione diventa insostenibile.

    E allora, se questa ipotesi e’ vera, non e’ del tutto corretto accusare di incapacita’ chi ha gestito la sanita’.
    Si puo’ accusarli di non aver saputo fronteggiare la nuova situazione, ma forse chiunque altro avrebbe avuto le stesse difficolta’.

    Quindi mi piacerebbe poter ragionare su dati concreti, ad esempio:
    quanti utenti serviva il pronto soccorso nel 1980 ? E nel 2000 ? e nel 2017 ?
    E quanto personale ci lavorava ?
    E quali erano i costi, di personale e attrezzature ?

  2. Claudio Cirino
    Scritto da Claudio Cirino

    Tutto questo disastro è stato attuato con grande precisione designando dirigenti asl incapaci per favorire il privato convenzionato grande amico dei politici. Alle bermuda poi ci sono i riscontri economici.

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