“Inaugurato a dicembre, il day hospital oncologico è ancora chiuso”
Molte le personalità politiche e istituzionali che avevano partecipato al taglio del nastro del nuovo spazio all'ospedale Pia Luvini. Il Comitato dei cittadini chiede risposte anche su ortopedia e farmacia
Il day hospital oncologico inaugurato ma ancora chiuso. Un “repartino” di ortopedia che evita interventi “in concorrenza” con ospedali limitrofi. Il pensionamento prossimo dell’unico farmacista dell’ospedale. Lo studio di fattibilità per l’apertura della camera iperbarica caduto nel dimenticatoio.
Sono tanti i problemi che il Comitato nato in difesa dell’ospedale di Cittiglio, nato all’indomani della chiusura del reparto di ortopedia, mette sul piatto per lamentarsi della progressiva diminuzione dell’offerta sanitaria offerta dal presidio del Verbano: « Il nuovo day hospital oncologico: a dicembre 2017 sono stati inaugurati i muri perché non è mai entrato in funzione. Si trattava dunque di propaganda elettorale? Nel qual caso chi semina male raccoglie male diceva un antico detto. Ortopedia e traumatologia: prima la promessa di riaprire il reparto al completo a giugno 2017, poi l’apertura di un repartino 5 giorni a settimana con 6 posti letto. Si dovrebbero operare le fratture, in primis le fratture di femore ma questo non accade. Il sentore – dicono i membri del comitato – è che il Prof. D’Angelo, primario a Varese ma anche a Cittiglio, non voglia eseguire tali interventi per non disturbare, diciamo così, altri ortopedici di ospedali vicini. A Cittiglio quindi si eseguono piccoli interventi su mani e piedi perché tutte le fratture vengono dirottate a Varese con immane spreco anche economico. Sala operatoria e apparecchiature costose che rimangono spesso inutilizzate. Era stata promessa la chirurgia prima dell’anca, poi della spalla. Fino adesso nulla».
Problemi vecchi a cui si sommano nuove criticità: « Farmacia ospedaliera: è prossimo alla pensione l’unico farmacista in servizio. Il Servizio di Farmacia oltre a rifornire i reparti infatti si occupa della preparazione delle chemioterapie che poi vengono somministrate ai pazienti oncologici. Se la Farmacia dovesse chiudere chi preparerà le terapie per questi pazienti? Gli amministrativi e gli infermieri che lavorano in farmacia senza la supervisione del Farmacista come gestiranno i farmaci , i dispositivi medici, diagnostici e il materiale sanitari? Potranno dare informazioni e consulenze ai sanitari sulle caratteristiche dei farmaci o disinfettanti e sul loro impiego? Chi gestirà il magazzino? Perché il Servizio funzioni bene è fondamentale che l’equipe sia motivata e competente e quello del Farmacista dirigente è un ruolo chiave. Far venire la farmacista di Luino alcuni giorni della settimana a Cittiglio e magari anche a Tradate va considerata come una soluzione ponte. Ultima ma non meno importante promessa: la camera iperbarica. Idea condivisa dall’assessore al Welfare Gallera. È stato eseguito studio di fattibilità per verificare i requisiti strutturali del “Luvini”. La terapia iperbarica è inoltre un LEA, ovvero fa parte dei servizi che devono essere garantiti ai cittadini. Eppure gli abitanti di tutta la Provincia di Varese sono costretti a recarsi a Milano. Anche qui silenzio, nulla di nulla. Fino a quando???»
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