Varese firma la carta per i diritti delle bambine
Il comune ha adottato il testo per promuovere la parità tra i sessi e le valorizzazione delle differenze, superando però gli stereotipi che liberano le libertà

Essere protetta, trattata con giustizia, tutelata da ogni forma di violenza e sostenuta. Sono alcuni dei punti della nuova carta dei diritti della bambina, un documento che è ispirato alla convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, che il comune di Varese ha deciso di ratificare.
Sabato mattina l’assessore ai servizi educativi e pari opportunità, Rossella di Maggio, ha sottoscritto il testo con i vertici di Fidapa, l’associazione che ha scritto e sta promuovendo l’adozione di questo documento. «La nostra responsabilità è quella di creare sinergia tra tutte le associazioni del territorio che si occupano di donne facendo emergere quello che già c’è» spiega l’assessore, sottolinenando «l’impegno costante per la parità di genere che stiamo cercando di portare avanti».
Varese è il primo capoluogo lombardo ad aver sottoscritto il documento. Si tratta di nove punti che puntano a promuovere la parità tra i sessi e le valorizzazione delle differenze, superando però gli stereotipi che liberano le libertà. Una Carta che quindi deve essere letta come una premessa fondamentale per l’affermazione e la tutela dei diritti delle donne, fin dalla nascita, e che sotto l’incipit “ogni bambina ha il diritto” si declina così
Articolo 1
Di essere protetta e trattata con giustizia dalla famiglia, dalla scuola, dai datori di lavoro anche in relazione alle esigenze genitoriali, dai servizi sociali, sanitari e dalla comunità.
Articolo 2
Di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusisessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l’equilibriopsico-fisico.
Articolo 3
Di beneficiare di una giusta condivisione di tutte le risorse sociali e di poter accedere in presenza di disabilità a forme di sostegno specificamente previste.
Articolo 4
Di essere trattata con i pieni diritti della persona dalla legge e dagli organismi sociali.
Articolo 5
Di ricevere una idonea istruzione in materia di economia e di politica che le consenta di crescere come cittadina consapevole.
Articolo 6
Di ricevere informazioni ed educazione su tutti gli aspetti della salute, inclusi quelli sessuali e riproduttivi, con particolare riguardo alla medicina di genere per le esigenzeproprie dell’infanzia e dell’adolescenza femminile.
Articolo 7
Di beneficiare nella pubertà del sostegno positivo da parte della famiglia, della scuola e dei servizi socio-sanitari per poter affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici di questo periodo.
Articolo 8
Di apparire nelle statistiche ufficiali in dati disaggregati per genere ed età.
Articolo 9
Di non essere bersaglio, né tantomeno strumento, di pubblicità per l’apologia ditabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità.
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Spero fortemente che esista già un codice simile anche per i bambini di sesso maschile, altrimenti sarebbe un atto di sessismo e di discriminazione senza pudore né vergogna. Un abominio anacronistico peggiore dei peggiori regimi assolutisti e fanatico-psicotici. Spero fortemente che sia così. Ma in una società in cui alle Pari Opportunità c’è un solo assessore (di sesso femminile) anziché due assessori, uno per sesso, temo proprio che il buonsenso e il rispetto di tutti siano un’utopia.
Proviamo a riscriverla a sessi invertiti, così appare subito evidente a tutti perché si tratta di una iniziativa discriminatoria:
Ogni BAMBINO NATO MASCHIO ha il diritto
Articolo 1
Di essere protetto e trattato con giustizia dalla famiglia, dalla scuola, dai datori di lavoro anche in relazione alle esigenze genitoriali, dai servizi sociali, sanitari e dalla comunità.
Articolo 2
Di essere tutelato da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l’equilibrio psico-fisico.
Articolo 3
Di beneficiare di una giusta condivisione di tutte le risorse sociali e di poter accedere in presenza di disabilità a forme di sostegno specificamente previste.
Articolo 4
Di essere trattato con i pieni diritti della persona dalla legge e dagli organismi sociali.
Articolo 5
Di ricevere una idonea istruzione in materia di economia e di politica che gli consenta di crescere come cittadino consapevole.
Articolo 6
Di ricevere informazioni ed educazione su tutti gli aspetti della salute, inclusi quelli sessuali e riproduttivi, con particolare riguardo alla medicina di genere per le esigenze proprie dell’infanzia e dell’adolescenza maschile.
Articolo 7
Di beneficiare nella pubertà del sostegno positivo da parte della famiglia, della scuola e dei servizi socio-sanitari per poter affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici di questo periodo.
Articolo 8
Di apparire nelle statistiche ufficiali in dati disaggregati per genere ed età.
Articolo 9
Di non essere bersaglio, né tantomeno strumento, di pubblicità per l’apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità.
VERGOGNA!
Ma perché questa carta riguarda solo le bambine? Perché questi diritti non possono essere estesi anche ai bambini?
E i bambini?