Sulle orme delle antiche carovane, da Timbuctu al fiume Niger
Un nuovo documentario ripercorre le vie di comunicazione intraprese nel passato da mercanti e viaggiatori. Prima tappa: il Mali
Giancarlo Samaritani ci presenta un nuovo documentario per la rubrica “In viaggio col Mercante”.
Il viaggio partirà dall’Africa e si snoderà sulle tracce delle antiche vie commerciali percorse nel passato dalle carovane degli antichi mercanti.
La prima tappa di questo percorso avventuroso e affascinante è il Mali.
Ho deciso per questa volta di abbandonare le rigogliose coltivazioni di caffè per intraprendere una insolita e straordinaria avventura. Da tempo mi intrigava ripercorrere le antiche piste commerciale battute dagli antichi mercanti, miei illustri “colleghi” del passato.
Ho scelto per cominciare il territorio del Mali, nel 14° secolo l’Impero del Mali dominava il passaggio delle carovane che attraversavano il deserto del Sahara con i loro carichi preziosi.
Le immense miniere d’oro ne facevano un impero ricchissimo e leggendario ma pressoché sconosciuto.
Oggi il Mali è uno dei paesi più poveri ed arretrati dell’Africa Occidentale, esiste un forte tasso di mortalità dovuto a malattie tropicali e malnutrizione, la siccità contribuisce ad una progressiva desertificazione e riduce le risorse alimentari disponibili, l’attuale instabilità politica amplifica le problematiche.
L’antica città di Timbuctu, porta del deserto, oggi è solo un puntino sulla carta geografica del Mali, così lontana da tutto e da tutti mantiene però il fascino di una città mitica, che fu un importantissimo nodo di scambio tra oriente ed Occidente.
Un silenzio ovattato avvolge la città, la sabbia del deserto come la neve attutisce ogni rumore.
Grazie alle buone relazioni con alcune guide Tuareg ho avuto la possibilità di visitare nella notte un villaggio/accampamento dei misteriosi “uomini blu”. Poco lontano dalla città dove iniziano le dune del deserto Silvia ed io siamo stati intrattenuti con danze e musiche bevendo tè… Oltre era inopportuno andare.

Dopo Timbuctu con un breve volo a bordo di un piccolo aeromobile abbiamo raggiunto Mopti, secondo me città africana per eccellenza, al contrario di Timbuctu questa città è rumorosa, viva ed esprime la sua essenza nella frenesia dei mercati caotici e coloratissimi.
E’ anche un attiva città di fiume, il suo porto sul fiume Niger è sempre affollato di barconi e di gente, si vedono arrivare grandi lastre di sale portate ancora oggi a dorso di cammello da lunghe carovane, lungo l’argine si svolgono parecchie attività artigiane, fabbri, falegnami costruiscono enormi barche completamente fatte a mano e dividono gli spazi con i contadini che espongono le loro merci.
Il fiume Niger è il terzo fiume africano, dopo il Nilo ed il Congo, scaturisce in Guinea ma anziché dirigersi subito verso l’oceano, va in direzione opposta entrando nel deserto per poi dirigersi verso sud ovest e dopo aver attraversato lo stato del Niger e la Nigeria finalmente sfocia nell’Atlantico.
La corrente del fiume ossigena l’acqua, non ci sono coccodrilli come verrebbe da pensare, mentre i pesci abbondano e sono la risorsa per i contadini di etnie Bozo che vivono lungo la riva. Nel periodo delle piogge il fiume si ingrossa ed allaga per chilometri la pianura, i contadini attendono questo momento per poi seminare il riso ed il miglio.
Anche i pastori di etnia Peul, nomadi per tradizione, durante la transumanza si stabiliscono lungo la riva e vivono in simbiosi con i pescatori Bozo.
Il fiume è fonte di vita ed allo stesso tempo una comoda via di comunicazione, alcuni barconi, qui chiamati “pinasse” sono adibiti a case galleggianti in cui vivono i pescatori con le loro famiglie.
La religione islamica è prevalente per cui ogni comunità possiede almeno una moschea che essendo fatta di mattoni crudi di fango e paglia richiede continui restauri. Tutto gli abitanti dei villaggi collaborano attivamente intonacando le pareti con le mani.
Dopo aver navigato sul fiume Niger mi attardo sulla riva circondato da bambini curiosi, la mie mente è assorta rapita dalle immagini che ho immagazzinato fino ad ora, il caldo è opprimente, mi aspetta la Toyota con l’aria condizionata, ma non vorrei ripartire subito, mi piacerebbe stare li ad ascoltare le storie che il fiume e la sua gente di certo sa raccontare…
Video
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Castegnatese ora Insu su Riunione dal Prefetto sul viadotto Vedano di Pedemontana, bocche cucite ma facce preoccupate
Felice su Il sindaco di Daverio difende il Trail delle Terre di Mezzo: "Chi rovina i boschi sono gli spacciatori"
lenny54 su Matteo Bianchi eletto Vice-Presidente del Comitato europeo delle regioni in Europa
luigiudici su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
gokusayan123 su A Varese e provincia i furti preoccupano i residenti: “Sono entrati in casa a rubarmi con le tute da imbianchino”
BarbaraFede su «Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.