Boldetti: “La pista ciclabile in via XXV Aprile è una c…a pazzesca”
Il consigliere comunale della lista Orrigoni prende in prestito la celebre frase di Fantozzi per definire il progetto di ciclabile tra le stazione e il lago di Varese: "Si tolgono parcheggi vitali"
Non si placano le polemiche attorno al progetto di pista ciclabile per collegare le stazioni cittadine al lago di Varese. L’ultimo a dire la sua in ordine di tempo è il consigliere comunale della lista Orrigoni, Luca Boldetti il quale prende in prestito una dellepiù celebri frasi del ragionier Fantozzi, indimenticato personaggio di Paolo Villaggio, per descrivere il tratto di pista ciclabile in fase di preparazione lungo via XXV Aprile, che dovrebbe collegare l’area delle stazioni con il lago di Varese.
Anzitutto, risulta incomprensibile la scelta di via XXV Aprile invece di altre soluzioni come via Monte Rosa, via Monastero vecchio o, ancora, viale Sant’Antonio, tre strade alternative che collegano il centro cittadino con la zona di villa Recalcati. Infatti, lungo il tratto di strada troviamo, nell’ordine, il più importante polo scolastico della città, con la scuola media Dante, il liceo Manzoni, il liceo Cairoli e l’istituto superiore Daverio. Un’area che vede coinvolti oltre duemila studenti, tra cui alcuni giovani ragazzi che inevitabilmente vengono accompagnati dai genitori, i quali non avranno più a disposizione alcuna area di sosta per far salire o scendere dall’auto i propri figli e, probabilmente, si fermeranno in mezzo alla strada otturando la viabilità (già non ottima) della zona. Proseguendo su via XXV Aprile si trovano una sede di Poste italiane, la Questura e numerosi esercizi commerciali, già a corto di stalli di sosta per i clienti e per il carico/scarico merci, e, poco distanti, altri servizi pubblici come l’Asl e l’Aler. Eliminare circa 60 posti auto per un breve tratto di pista ciclabile sembra, dunque, una follia, oltre che un problema per la sicurezza dell’area delle scuole.
Inoltre, Varese poco si presta a questa tipologia di mobilità alternativa. Morfologicamente la nostra città è ricca di discese e salite che mal si conciliano con l’uso delle biciclette, soprattutto per le persone anziane e specialmente nei mesi invernali, quando le nostre strade divengono spesso ghiacciate rendendo quindi sconsigliabile e molto pericoloso questo tipo di spostamenti. Imitare grandi metropoli come Milano o Amsterdam, totalmente piatte, non ha senso. Bisogna osservare la realtà per quello che è ed accorgersi che Varese non può avere questa vocazione. Meglio puntare, in un’ottica di minor inquinamento, su un Trasporto Pubblico più efficiente ed efficace, che guardi all’elettrico, e su un potenziamento della pedonabilità e ciclabilità nella zona del centro, unica area predisposta a questi tipi di spostamenti. Per far ciò servono investimenti in nuove infrastrutture e nuovi parcheggi attorno al centro, come quello di via Sempione voluto dalla Giunta Fontana.
Non c’è più tempo per operazioni da campagna elettorale, se non vogliamo che Varese rimanga irrimediabilmente in ritardo nel suo sviluppo e venga schiacciata da Milano e dalla Svizzera. Spendere 1,2 milioni di euro (di cui circa 800mila dalla Regione) per quest’opera non sembra opportuno. Bisogna cominciare a fare investimenti mirati e seri che possano garantire maggiore fruibilità e lo sviluppo della nostra città!
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assolutamente d’accordo come da me già espresso in un commento. Spero solo che rivendicare il buon senso non venga scambiato per una querelle tra maggioranza ed opposizione
(IN)UTILITA’ DELLA NUOVA CICLABILE IN CITTA’
Dopo l’azzeramento dei parcheggi liberi, guarda caso in agosto dell’anno scorso, e la conseguente imposizione dell’abbonamento annuale per i residenti e quello mensile per i lavoranti in zona, di non poco conto visto i costi. Dopo i soldi sprecati per riverniciare tutte la strisce blu e installare nuove “macchinette” per pagare il parcheggio, l’attuale sindaco di Varese Davide Galimberti e tutta la sua giunta ha pensato bene di infliggere un ulteriore disagio nei confronti dei residenti dei lavoranti e chi per qualsiasi motivo si trova nella zona di Casbeno.
Galimberti e giunta sono i responsabili dello scempio che si sta attuando ai danni di un insieme di tratturi e sentieri nei campi che verranno resi pubblici e ciclabili, l’imbottigliamento della circolazione stradale causato dal carosello continuo alla ricerca di un parcheggio che non c’è più, la prevaricazione del contesto commerciale effettuato ai danni dei commercianti e degli enormi disagi dei residenti per aver fatto “scomparire” 70 parcheggi auto, un paio per disabili e un carico e scarico merce.
La necessità di tali parcheggi è indiscutibile e vitale sia per i residenti, per i commercianti e sia per chi usufruisce di tutte le numerose strutture pubbliche e private in zona. Tra le quali la Questura, la Prefettura, la Chiesa di S. Vittore in Casbeno, 2 scuole materne, scuole elementari e medie, 5 Istituti e Licei statali, Archivio di Stato, Poliambulatorio Di Viale Monterosa, Aler e varie attività commerciali tra cui 2 Bar, Tabacchi, Edicola, 2 Ristoranti, 1 Ristorazione d’asporto, Istituto Bancario, Studio Commercialista, Gommista, Cartolibreria, Officina auto, Merceria, Lavanderia, Fruttivendolo ecc.
Tali sconsiderate decisioni hanno fortemente penalizzato i residenti che nelle giornate feriali, visto anche le decine di strutture pubbliche in loco, non trovano neanche un posto per parcheggiare vicino casa costringendoli ad un giro ripetitivo ed infinito alla ricerca di un parcheggio, causando ulteriore “imbottigliamento” stradale ed un infinità di inquinamento in più. Alla stessa sorte son destinati anche i vari lavoratori locali, dipendenti statali e privati nonché le centinaia di genitori che accompagnano i figli a scuola.
Anche i commercianti di Casbeno sono stati ulteriormente danneggiati, oltre la già precaria situazione economica italiana, da un giorno all’altro si sono visti dapprima eliminare i parcheggi gratuiti con l’introduzione degli stalli a pagamento e dopo con l’eliminazione totale degli stessi. Naturalmente senza la possibilità di avere a disposizione un parcheggio nell’immediatezza dell’esercizio commerciale la clientela ha preferito migrare verso altri centri commerciali con parcheggio facendo diminuire drasticamente gli incassi giornalieri.
Per rendere ancora più incisivo il disagio oltre all’eliminazione dei parcheggi sono stati posti, solo da un lato di Viale XXV Aprile, dei cordoli in cemento abbastanza alti che dovrebbero proteggere i ciclisti in salita verso il centro, mentre per quelli che scendono verso il lago non hanno nessuna protezione, probabilmente la giunta di Galimberti ha deciso che chi sale è protetto e chi scende no. Tornando al discorso dell’ulteriore disagio di fatto è stata eliminata qualsiasi possibilità di fermata per i mezzi che trasportano merci ai negozianti della via, costringendoli a parcheggiare non si sa dove e a trasportare a mano anche pesanti colli.
E IL TUTTO PER COSA?
Per una nuova pista ciclabile tutta in arrampicata, che solo sportivi professionisti possono percorrere, che parte dal lago di Varese e si inerpica verso il centro città attraversando incontaminati luoghi sottratti alla natura e importanti arterie cittadine già al collasso circolatorio. Ciclabile che, vista la morfologia delle strade che salgono dal lago, verrà percorsa solo da una decina di bici settimanali nei tre mesi “estivi” e forse zero in quelli “invernali”.
Per un utilizzo di bici per mobilità in Varese scarsissimo, dato dimostrato anche dal ritiro di quelle bici gialle, famose in tutto il mondo, che avevano distribuito in città per il noleggio.
DESTINIAMO IL DANARO PUBBLICO ALLE OPERE GIA’ ESISTENTI!
La Pista ciclabile che circonda il Lago di Varese con i suoi 28 km pianeggianti è una straordinaria e utilissima opera che soddisfa il bisogno di sport, relax, e svago di grandi e piccini a passeggio, in bici, di corsa o sui pattini a rotelle. Utilità ampiamente dimostrata dalle centinaia di persone che la frequentano ogni giorno nei periodi estivi e nei weekend anche nei periodi invernali.
Con il passare del tempo, del clima, della normale usura e per azioni di sconsiderati vandali la pista è abbandonata ad un degrado galoppante. Nel percorrerla bisogna stare attenti alle insidie celate lungo il percorso tra fondo stradale inesistente, celato o tempestato di buchi, palizzate divelte e buttate nelle acque stagnanti, erbacce alte anche un metro che si uniscono fino a nascondere la pista stessa, indicazioni inesistenti e inspiegabili pali piantati a bordo pista, ma pericolosi quanto basta.
Nelle medesime condizioni versa anche la famosa ciclabile del Campo dei Fiori che anche se destinata ai più sportivi è veramente un salto agli ostacoli, a detta degli stessi frequentatori sostengono di aver paura di percorrerla da soli o nelle giornate ombreggianti in quanto tra un’insidia e l’altra c’è il serio pericolo di farsi male.
Visto quanto sopra descritto a nostro modesto parere la nuova pista ciclabile è inopportuna al contesto, alla necessità di mobilità per le attività pubbliche, per il commercio, per i residenti ed in fine per i lavoranti in zona. Contribuisce smisuratamente all’innalzamento dei gas di scarico degli automezzi costretti a caroselli infiniti nella esasperata ricerca di un PARCHEGGIO. Questo ennesimo spreco di 1.200.000 euro di danaro pubblico si poteva evitare o sarebbe stato auspicabile spenderlo per preservare le opere già esistenti.
Cordiali saluti
Donato Greco
La nuova pista ciclabile è inopportuna al contesto, alla necessità di mobilità per le attività pubbliche, per il commercio, per i residenti ed in fine per i lavoranti in zona. Contribuisce smisuratamente all’innalzamento dei gas di scarico degli automezzi costretti a caroselli infiniti nella esasperata ricerca di un PARCHEGGIO. Questo ennesimo spreco di 1.200.000 euro di danaro pubblico si poteva evitare o sarebbe stato auspicabile spenderlo per preservare le opere già esistenti.
http://vainbc.blogspot.com/2018/09/la-pista-ciclabile-in-via-xxv-aprile-e.html.