Cresce la richiesta di baby sitter in estate
Servizio in crescita nonostante la riapertura dei centri estivi. Il 63% delle famiglie in difficoltà a settembre per le restrizioni sulla ripartenza di scuole a asili
Scuole sempre chiuse e genitori che tornano al lavoro: alla fine del lockdown molte famiglie si sono messe alla ricerca di una baby sitter. Per avere un’idea del fenomeno il portale Sitly.it, specializzato nella ricerca di baby sitter con oltre 900mila iscritti in Italia, a maggio ha registrato un aumento del +35% di genitori nuovi iscritti al sito e + 50% di baby sitter rispetto al mese precedente, +200% rispetto allo scorso anno. Contestualmente il traffico sul portale ha fatto registrare un +39% rispetto allo stesso periodo del 2019.
E il trend di crescita, anche se con proporzioni inferiori, è continuato anche a giugno (+15% il numero di nuove iscrizione tra genitori, +29% in termini di traffico), nonostante l’apertura dei centri estivi che evidentemente hanno risposto meno degli altri anni, per ragioni numeriche ma non solo, alle esigenze delle famiglie.
“Vista l’incertezza sul futuro della riapertura di scuole e asili – scrivono i referenti del portale in una nota diffusa alla stampa – resta nelle famiglie il dubbio di come gestire i bambini a settembre conciliando lavoro e famiglia”. Secondo i dati diffusi dal portale tra la crisi di nidi e materne, i numeri ridotti di accoglienza nelle strutture pubbliche e i dubbi sul futuro del tempo pieno alle elementari, il 63% dei genitori rischia di trovarsi in difficoltà nel conciliare lavoro e figli.
Il 9,35% dei genitori che hanno risposto al sondaggio promosso sul tema da Sitly.it ha dichiarato che probabilmente non tornerà al lavoro. Per il restante 90%, nel 55,7% dei casi papà e mamma torneranno al lavoro entrambi. Qualora dovesse rientrare solo uno dei due genitori, invece, si tratta nell’11% delle famiglie di donne e nel 22% di uomini. A conferma di come saranno proporzionalmente più le mamme a dover rinunciare alla carriera per poter gestire i propri figli.
Per quanto riguarda i costi del servizio di babysitting, le tariffe sarebbero rimaste sostanzialmente invariate rispetto al 2019 confermando Varese tra le province più costose d’Italia su questo fronte, assieme a Milano, Bergamo e Genova, con una media di 9 euro l’ora spese per la baby sitter, rispetto a una media nazionale di 7,9 euro.
In Lombardia la città più cara risulta essere Crema (9,33 euro), mentre Como, Cremona, Lodi e Brescia le tariffe variano tra 8,33 e 8,50 euro l’ora, in linea con realtà come Roma e Trieste, ma più di Torino (8 euro l’ora). La baby sitter più economiche sono a Brindisi: 7,20 euro l’ora.
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