Emergenza, anche il settore allestimento fiere chiede visibilità

La Gobbo Allestimenti di Legnano scrive: “Siamo paralizzati causa Covid dal febbraio 2020”

fiera gobbi legnano

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della Gobbo Allestimenti, una ditta di Legnano che si occupa di allestimento fiere 

Mi chiamo Fabio Gobbo e con mio fratello Roberto Gobbo siamo titolari della Gobbo Allestimenti snc di Legnano (MI), una storica impresa specializzata in allestimenti per eventi fieristici e congressuali presente sul mercato da oltre cinquant’anni.

Mi permetto di scriverLe per segnalare il dramma di un’intera categoria, quella degli allestitori di fiere ed eventi, paralizzati causa Covid dal febbraio 2020. Siamo stati tra i primi, ormai un anno fa, a fermarci essendo la nostra attività legata agli eventi fieristici (nazionali e internazionali) e siamo tra quelli che ancora non sanno quando potranno tornare a lavorare.

Lo scorso settembre abbiamo avuto un piccolo spiraglio di speranza con le poche fiere che stavano ripartendo, ma tutto è svanito con il DPCM del 25 ottobre che ha rigettato nel lockdown ogni forma di evento pubblico.

Allo stato attuale, nella migliore delle ipotesi, prevediamo l’inizio della ripresa delle nostre attività non prima di settembre, ma sarà un inizio parziale per via dell’impedimento alla libera circolazione da parte dei buyer, a livello internazionale.

La nostra attività inoltre va programmata con almeno 6 mesi di anticipo, quindi non abbiamo certezze nemmeno per l’autunno, perché le imprese che dovrebbero partecipare alle fiere sono ancora incerte sul da farsi.

Amara prospettiva per un settore che a livello nazionale impiega 120 mila lavoratori e conta oltre 500 aziende, buona parte delle quali, iscritte all‘associazione di categoria ASAL – AssoAllestimenti emanazione di FederLegno Arredo, nonché riunite in un gruppo social sorto spontaneamente e denominato #allestistorisinasce.

Ben 300 di queste aziende sono attive nella sola Lombardia.

Nell’organico stabile delle nostre aziende operano architetti, designers, falegnami, operai specializzati nel montaggio delle strutture, vetrai, fabbri, carpentieri, fioristi, grafici, stampatori, fotografi, tecnici audio/video e tante altre maestranze che concorrono a completare l’opera di allestimento.

Oltre alla pandemia gli allestitori hanno preso un sonoro ceffone anche dalle istituzioni, perché a causa della palude dei codici Ateco, gli aventi diritto ai cosiddetti ristori di ottobre, è risultato essere solo il 10% delle aziende del settore.

Per quanto ci riguarda abbiamo ricevuto pochissimo, è stato erogato solo l’1 per cento del fatturato perso nel 2020, del tutto insufficiente a garantire un minimo di sopravvivenza alle imprese.

Il collasso è vicino, la maggior parte delle aziende potrebbe chiudere, manca la forza economico-finanziaria per sopravvivere a un lockdown lungo un anno e mezzo, abbiamo capannoni da mantenere e spese fisse importanti.

A noi allestitori per sopravvivere servirebbe:

Cassa integrazione Covid almeno fino a fine anno.
Ristori non basati sull’iniquo parametro dei codici Ateco, bensì sulla reale perdita di fatturato annuale.
Campagna vaccinale efficace.
Programmazione e regole certe che garantiscano l’avvio della stagione fieristica a partire da settembre.

Tra noi imprenditori del settore c’è l’impressione di essere stati completamente dimenticati e ignorati dall’opinione pubblica e dal Governo, noi che siamo l’anima nascosta dei grandi eventi ed un’eccellenza del made in Italy.

Porto tutte queste informazioni a Vostra conoscenza nella speranza e con l’auspicio che vogliate dare voce, all’interno della Vostra stimata ed autorevole testata, ad una categoria di “invisibili” come la nostra.

Vi sono in ogni caso sinceramente grato dell’attenzione che mi avete sin qui dedicato e vi indico di seguito i miei riferimenti di contatto, qualora riteneste di voler approfondire l’argomento.

Con un cordiale saluto,

Fabio Gobbo

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Marzo 2021
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