Salvataggio Accam, Cattaneo: “Decisione dei comuni soci. No a intervento di Regione Lombardia”
L'assessore all'Ambiente e Clima è intervenuto in Consiglioper rispondere alla interrogazione con richiesta di 'Chiarimenti sul possibile sostegno, da parte di Regione, alla società Accam per l'inceneritore di Busto Arsizio
L’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, è intervenuto in Consiglio regionale per rispondere alla interrogazione con richiesta di ‘Chiarimenti sulle modalità di riqualificazione dell’impianto d’incenerimento di Busto Arsizio e al possibile sostegno, da parte di Regione, alla società Accam. «Regione Lombardia – ha detto Cattaneo – ha sempre ritenuto che debbano essere i soci a decidere sul futuro della società Accam».
L’INCONTRO DI FEBBRAIO A PALAZZO LOMBARDIA – L’assessore ha illustrato quindi ai Consiglieri i contenuti dell’incontro che si è tenuto il mese scorso a Palazzo Lombardia. Un appuntamento chiesto da Regione per avere un aggiornamento sulla situazione del termovalorizzatore Accam a valle dell’incendio dello scorso anno e sulle iniziative in corso per assicurarne la piena operatività e gli investimenti necessari al ripristino delle operazioni di recupero energetico.
AFFRONTATE LE CONSEGUENZE AMMINISTRATIVE – «Nell’incontro del 4 febbraio – ha spiegato l’assessore – abbiamo affrontato le conseguenze amministrative della perdita della caratteristica d’impianto di recupero, a valle dell’incendio dello scorso anno. Ciò ha comportato l’impossibilità per il termovalorizzatore di Accam di ricevere rifiuti con il codice 191210 (combustibili derivanti da rifiuti) e abbiamo verificato che Accam lo ha puntualmente rispettato».
PREVISIONE DI RITORNO OPERATIVO ENTRO AGOSTO – «L’azienda – ha proseguito Cattaneo – ha comunicato che prevede di tornare ad essere operativa, con entrambe le linee d’incenerimento in modalità cogenerativa, entro il mese di agosto. La ditta ha anche fornito aggiornamenti in ordine al tempo stimato di approvvigionamento delle parti dell’impianto danneggiate dall’incendio (turbina e rotore), rendendo nota la possibilità di utilizzare una turbina proveniente dall’impianto di Sesto San Giovanni, che è in dismissione. Il che dovrebbe comportare un effettivo risparmio di tempo e risorse».
IN CORSO INTERLOCUZIONI AD ALTO LIVELLO – «Per quanto riguarda l’assetto societario – ha chiarito l’assessore all’Ambiente – ci è stato comunicato che sono in corso interlocuzioni tra i vertici Accam e i Comuni soci, per valutare interventi che prevederebbero il coinvolgimento di Amga, Agesp e Cap Holding. Inoltre, è stato confermato che dal primo maggio Europower, che ha attualmente la gestione dell’impianto, la trasferirà direttamente ad Accam».
REGIONE: NESSUN SOSTEGNO ECONOMICO, MAI RICHIESTO – «Non è intenzione di Regione – ha precisato Cattaneo – sostenere economicamente Accam, che, peraltro, non lo ha mai richiesto. Ciò vale per gli interventi sull’assetto societario e anche per i costi di smaltimento e bonifica successivi a un’eventuale chiusura».
EVENTUALE DISMISSIONE, COSTI IN CARICO AI SOCI – «Ricordo – ha detto l’assessore all’Ambiente – che anche sulla base di quanto riportato nelle prescrizioni autorizzative, un’eventuale dismissione comporterebbe costi di smantellamento dell’impianto, di caratterizzazione dell’area e di bonifica. Esborsi che, per il noto principio comunitario del ‘chi inquina paga’, come più volte ricordato, non possono essere messi a carico di Regione Lombardia. Ma resteranno a carico di Accam e, in caso di fallimento, dei Comuni soci».
NECESSITÀ INDIVIDUAZIONE ALTRI IMPIANTI RECAPITO RIFIUTI – «L’eventuale chiusura del termovalorizzatore – ha concluso Cattaneo – inoltre comporterebbe necessariamente l’individuazione di altri impianti di recapito finale dei rifiuti, con un prevedibile significativo incremento dei costi. Per queste ragioni dunque rispetteremo qualunque decisione assumeranno i soci, ma non ci siamo mai opposti all’ipotesi di prosecuzione delle attività. E sono certo che i soci sapranno valutare attentamente tutte le conseguenze che comporterebbe la dismissione dell’impianto stesso».
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