Il candidato Cervello per Brenta: “Un portavoce di zona e laboratori di antichi mestieri”

Sostenuto dalla lista civica "La nuova Brenta" in questi giorni ha  incontrato diversi cittadini e presentato il suo programma elettorale del quale sottolinea in particolare alcune idee

Elezioni amministrative 2021 brenta

Ultimi giorni di campagna elettorale. Il 3 e il 4 ottobre si avvicinano e il candidato sindaco per Brenta Daniele Cervello, sostenuto dalla lista civica “La nuova Brenta” in questi giorni ha  incontrato diversi cittadini e presentato il suo programma elettorale del quale sottolinea in particolare alcune idee.

Scrive infatti: “In questi giorni  ho avuto il piacere di incontrare tante persone e famiglie. Tra questi alcuni, purtroppo, si sono definiti di “serie B”. Da qui è nata la nostra idea di proporre un ulteriore figura cittadina, ovvero per ogni rione e/o zona, con indicazioni delle famiglie che ci vivono, di nominare un “rappresentante di zona” . Una figura necessaria che avrà il compito di fare da porta voce con l’istituzione comunale, comunicando relativi problemi o soluzioni della propria area abitativa”.

E continua: “Ci piacerebbe esporre un nostro progetto, molto importante sia per la vita quotidiana che sociale per i nostri giovani, confidando nella partecipazione e collaborazione delle associazioni e artigiani presenti sul territorio. Negli ultimi tempi i cosiddetti “mestieri” stanno tornando di moda. Non che in realtà siano mai trapassati, perché dell’idraulico o dell’elettricista si è sempre avuta necessità e in ogni famiglia c’è il proprio professionista di fiducia. Tuttavia, nel passato di solito erano “arti e saper fare” che si tramandavano un po’ di padre in figlio, o che comunque si imparavano fin da piccoli grazie all’aiuto di qualche conoscente o parente già ben avviato alla professione, che necessitava magari di un apprendista.

L’idea si prefigge lo scopo di recuperare, ricostruire e valorizzare un tessuto produttivo minore che è stato alla base della ricostruzione del dopo guerra e trova le sue radici nella vocazione e necessità delle piccole comunità di avere e poter disporre di conoscenze e capacità di lavorazione e produzione di articoli e oggetti di uso quotidiano.  In una parola lo scopo del progetto è ricostruire il ‘mestiere’.

In Italia, nelle città grandi, medie e piccole, nei centri minori abbiamo visto scomparire tutte quelle figure, dal falegname al fabbro dal calzolaio al muratore, dall’orafo al sarto, che hanno rappresentato, in un epoca relativamente recente, la vitalità e la possibilità di futuro sociale ed economico delle comunità. Riteniamo che sia necessario pensare agli adolescenti, spesso si vedono a gruppetti, con cellulari in mano o che chiacchierano del più e del meno, ed alcune volte anche solo per fare passare il tempo, soprattutto nei mesi estivi. Di qui il nostro obbiettivo come sostegno alle famiglie.  I laboratori dovranno essere ‘aperti’, di facile accesso (senza troppe pastoie burocratiche) cercando di garantire l’iniziativa anche per i paesi limitrofi, e perché no anche una collaborazione tra comuni. I canoni da rispettare sia nelle grandi che nelle piccole opere saranno la ricchezza artistica, il senso logico nella realizzazione, l’utilizzo razionale dei materiali, la praticità ed il confort.

Il primo obbiettivo sarà individuare luoghi e/o stabili appartenenti al patrimonio comunale, confideremo anche in un aiuto di Regione Lombardia che per la prima volta ha istituito un assessorato agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Settembre 2021
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