Iniziato a Milano il maxi-processo contro la corruzione tra Milano e Varese
Durante la prima udienza i legali hanno sollevato un problema di competenza territoriale e hanno chiesto di escludere il Parlamento Europeo tra le parti civili per un vizio di forma nella costituzione
Si è svolta ieri mattina nell’aula di via Uccelli di Nemi a Milano, la prima udienza del maxi-processo contro la corruzione tra Varesotto, Novarese e Milanese che ha visto coinvolti decine di politici, amministratori, imprenditori e professionisti. Il processo, diretta emanazione dell’inchiesta denominata Mensa dei Poveri (dal soprannome dato al ristorante di Milano dove uno dei vertici si incontrava con gli accoliti), riprenderà il 10 dicembre per l’ammissione prove e liste testi.
Tra gli imputati ci sono vari esponenti della politica del Varesotto del calibro di Lara Comi (ex-pupilla di Berlusconi ed europarlamentare di Forza Italia), il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, l’ex-coordinatore di Forza Italia nel Varesotto Carmine Gorrasi. Molti altri hanno già patteggiato e sono usciti dal processo.
Prima, però, il collegio dovrà decidere sulle eccezioni presentate dai legali in sede di prima udienza. Un folto gruppo di difensori, infatti, ha chiesto lo spostamento della sede processuale in tre diversi tribunali (Busto Arsizio, Roma, Novara). Sollevata anche una questione di inammissibilità della costituzione di parte civile del Parlamento Europeo. Secondo i legali dei tre ci sarebbe un problema di legittimazione attinente alla rappresentanza dell’istituzione europea. Altre eccezioni sono state presentate per la costituzione di parte civile di alcune società partecipate.
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