100 giorni senza pioggia, allarme siccità in tutto il bacino del Po
Le scorte idriche continuano a calare e la siccità si aggrava in tutta la Pianura Padana. A rischio l'irrigazione dei campi e la produzione di energia idroelettrica
Continua ad aggravarsi la situazione della siccità in tutto il nord Italia, dove oggi si taglia la soglia -anche psicologica- dei 100 giorni senza piogge significative. In mattinata si è infatti riunioni l’Osservatorio Permanente sulle crisi idriche che rilancia l’allarme sulle condizioni idrologiche e climatiche di tutto il distretto del Fiume Po. L’area del nord ovest e quella di tutto il bacino del Lago Maggiore è una di quella più in sofferenza.
“I livelli delle portate scendono drasticamente sotto quelli minimi nelle stazioni di registrazione -spiegano dall’Autorità distrettuale del fiume- mentre anche gli affluenti evidenziano decise carenze di risorsa in taluni casi anche a livelli record: Trebbia, Secchia e Reno ai minimi storici dal 1972; Dora Baltea, Adda, Ticino a –75% di portata”.
E se l’acqua che scorre è poca, anche quella immagazzinata sotto forma di neve non permette di stare tranquilli. “La temperatura invernale è stata più alta anche di 2,1 o 2,5 gradi, il vento e la latente mancanza di neve hanno composto un quadro complessivo sempre più deficitario e di rischio per agricoltura, habitat, produzione di energia idroelettrica in un momento particolarmente difficile per il nostro paese”.
«Livelli di siccità così severa fino in taluni casi ad essere addirittura estrema in questo periodo non sono certamente nella norma» ha evidenziato il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli. Una anomalia che preoccupa ancor di più se si pensa che «sta iniziando proprio in questo periodo la stagione più importante dell’anno per il comparto agricolo e serve risorsa per poter far fronte ai fabbisogni utili alle produzioni che in questo momento storico sono ancora di più indispensabili per le nostre comunità». Quindi che fare? «È prioritario dunque che si istituiscano dove possibile le deroghe per consentire il prelievo di acqua. Prelievo che per l’agricoltura e la produzione di energetica idroelettrica, vista la carenza, ha una valenza imprescindibile”.
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Decenni di conferenze e bla bla bla sono valsi a poco. Gli appelli di chi aveva visto questo stravolgimento climatico sono andati nel vuoto….ora il pianeta ci darà una bella spallata….e noi come sempre prenderemo atto della situazione sempre troppo tardi. Serve un piano nazionale di ottimizzazione, recupero e riduzioni degli sprechi delle risorse idriche. L’Italia è il caso che incominci a pensare alla realizzazione di impianti di desalinizzazione dell’acqua marina come sul modello californiano….altra regione che in meno di 15 anni ha visto uno stravolgimento climatico non indifferente diventando di fatto arida.