Tristezza vs tristezza (Omaggio a Piero Ciampi)
di FMK
È tutto il giorno che vago per campagne assolate, e soltanto loro sanno quanta tristezza celano quei campi di grano e quei prati incolti, uccelli che stridono e non cantano, e strade sterrate che bruciano copertoni. Christine, la mia vecchia sei cilindri, mi conforta, aria condizionata, servo sterzo e cambio automatico. Cruscotto in radica, sedili in pelle… quello accanto a me, dove c’eri sempre tu, è vuoto. Sono solo, e triste. Occhi fissi, e tristi. La mia mano sul volante, sudata, e triste. Me ne vado senza meta. Hai lasciato a casa il tuo sorriso. Forse sopra un libro. Alzo gli occhi e mi guardo nello specchietto retrovisore. E penso a ieri, e ai giorni prima, e di nuovo a ieri, a quello che è successo. Hai lasciato il tuo sorriso forse in fondo a un quadro o tra i fiori del giardino. Penso tristezza contro tristezza, un principio omeopatico, e dalla radio seguo le parole di un uomo triste, un cantante disperato, e mi girano nella testa, mi parlano, tristezza contro tristezza. Fino all’ultimo minuto ti ho tenuto accanto a me. Fino all’ultimo minuto non volevo dirti addio. E ora sono solo, e anch’io disperato, come questo cantante, Piero Ciampi, che a Parigi chiamavano litaliano, e scrivevano litaliano tutto attaccato. E ieri sembrava un giorno come tanti altri, fatto di minuti e di ore, e invece adesso vedo quello che davvero è stato, tutta una vita riassunta in attimi, come quella che appare nei ricordi di chi precipita o di chi affoga. Cerco parole, da dire a me, per consolarmi e per mostrare a te il mio amore. Ma non ci sei mai quando piangono i miei occhi, e se solo tu ora mi vedessi piangere... Amore, ti dico, non sono l’insensibile che mi ritieni. Tu no, tu non puoi andare via, tu non devi andare via. Il paesaggio non mi aiuta. I cavalli nei recinti una volta si agitavano al passaggio di Christine, adesso sono indifferenti, non alzano la testa, non scalpitano a Christine, né a me. E noi discutevamo, da innamorati, tu qui accanto a me, in questa campagna che era dolce attraversare, serena nel ricordo della passione di un’ora prima, una fiaba per bambini che vanno incontro alla vita. Non chiedermi più chi di noi due ha ragione, e ancora discuto, tu non ci sei, parlo da solo, tu mi parli senza parole e io rispondo senza parole, fra me, e la canzone suggerisce Ma pensa a quel tempo. Abbiamo vissuto insieme. La nostalgia mi prende, e spengo la radio. Tristezza contro tristezza, non so quanto vale. Forse è il destino. Ed è finita così. 2310
Fino all’ultimo minuto * Hai lasciato a casa il tuo sorriso * Tu no. – Piero Ciampi, 1962
Racconto di FMK (www.ilcavedio.org)
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