Picchia, violenta e perseguita per mesi la sua ex. I Carabinieri di Castellanza in trasferta nel Vco per arrestarlo
La vicenda, di cui vi abbiamo raccontato mercoledì, si è conclusa con l'arresto di un 29enne del Vco da parte dei militari che per primi avevano raccolto la denuncia della giovane
Il finale positivo auspicato è arrivato per Elena (nome di fantasia), la giovane di 21 anni di un paesino del Varesotto picchiata, abusata e perseguitata per oltre 8 mesi dall’uomo con la quale aveva avuto una relazione. La sua storia l’avevamo raccontata proprio ieri, aveva paura di essere uccisa dal 29enne col quale aveva iniziato una relazione a gennaio di quest’anno e che in breve tempo è sfociata in un rapporto nel quale lui ha cercato in ogni modo di soggiogare psicologicamente e fisicamente la fidanzata.
“Ho paura di essere uccisa dal mio ex”, la storia di una ventenne di Varese picchiata e abusata
Le manette per lui sono scattate all’alba di oggi in un centro del Verbano Cusio Ossola, giovedì, a casa della nonna (dove era andato a vivere dopo essere stato allontanato da casa proprio per i suoi comportamenti violenti e prevaricatori, ndr) e ad eseguire l’arresto sono stati i Carabinieri della stazione di Castellanza. Proprio presso i militari castellanzesi, per la prima volta, aveva messo a verbale il suo calvario, culminato con un pestaggio e una violenza sessuale la sera del 30 luglio scorso.
Proprio a seguito di quella violenza inaudita, che l’aveva pesantemente segnata sul corpo, si era fatta convincere dai suoi colleghi di lavoro ad andare in Pronto Soccorso; qui i medici avevano subito capito che non si trattava di un incidente e lei, finalmente, si era decisa a raccontare tutto ai militari della locale stazione. Trenta i giorni di prognosi messi a referto, un danno prolungato all’orecchio di cui porta ancora oggi i segni, poi la paura che lui potesse venire a sapere della denuncia con il rischio di un’escalation di violenza nei suoi confronti e verso i suoi genitori.
Consapevole della violenza che aveva esercitato, infatti, aveva iniziato una pesante opera di persecuzione con messaggi pieni di insulti, bestemmie e minacce di nuovi pestaggi mandati su whatsapp e su ogni account, anche da numeri o profili diversi in modo da aggirare ogni tentativo di blocco da parte della vittima. Ad un certo punto, un mese dopo il pestaggio, la ragazza se l’è trovato sotto casa dei genitori ma lei ha finto di non essere presente, probabilmente salvandosi dall’ennesima aggressione.
Oggi Elena, dopo quattro mesi di “domiciliari” forzati dal timore di incontrarlo, è potuta uscire di casa senza il timore di doversi guardare alle spalle. Ha respirato il profumo della libertà subito dopo aver ricevuto la notizia dell’arresto e si è concessa una giornata all’aria aperta. Per il suo persecutore, invece, si sono aperte le porte del carcere dopo che il Gip del Tribunale di Verbania ha accolto la richiesta di misura cautelare della Procura.
Soddisfazione per l’esito positivo l’ha espressa anche il legale della ragazza, avv. Giuseppe Boccia, il quale si è complimentato con gli inquirenti: «È un vero sospiro di sollievo. Un elogio va alle autorità intervenute, tutte (Procura, Tribunale e Polizia Giudiziaria, ndr), per la tempestività e rapidità di esecuzione dimostrata».
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