Tre progetti per i detenuti del carcere di Busto Arsizio: “Ascolto, teatro e lavoro per tornare a rieducare”
L'amministrazione patrocina gli interventi di Telefono Amico, cooperativa Intrecci e l'associazione Oblò - Compagnia teatrale del carcere di Busto. L'assessore Reguzzoni:"Anche i comuni limitrofi collaborino"
L’Amministrazione comunale di Busto Arsizio tiene acceso il faro sul carcere cittadino e chiede ai comuni limitrofi di collaborare. A chiederlo, in particolare, è l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni che questa mattina ha presentato tre iniziative educative patrocinate dal Comune e dedicate ai detenuti della Casa circondariale di Busto Arsizio al fine di portare dei miglioramenti concreti nella vita delle persone recluse e in quella delle loro famiglie. Qualche settimana fa, invece, era stato approvato dal Consiglio Comunale all’unanimità il nuovo regolamento per il Garante dei Detenuti che verrà nominato prossimamente.
L’assessore Paola Reguzzoni ribadisce l’impegno: «Busto continua ad essere, giustamente, in prima linea ma anche gli altri comuni del circondario dovrebbero collaborare perché anche se il carcere è sul nostro suolo non tutti i detenuti sono di Busto».
D’accordo anche il direttore della struttura Orazio Sorrentini: «Sono da oltre 10 anni direttore del carcere di Busto e mai siamo stati lasciati soli dall’amministrazione comunale. Anche con alcune realtà del circondario abbiamo fatto qualche progetto ma sono convinto che si possa collaborare ancora».
Il primo dei tre progetti presentati questa mattina riguarda i molti cittadini stranieri reclusi che non hanno reti parentali. La vicinanza dell’aeroporto di Malpensa incide molto.
Telefono Amico per non sentirsi soli
L’ Associazione Telefono Amico Odv – Centro di Busto Arsizio presenta il progetto “Una voce amica in ascolto”, che verrà realizzato presso la Casa Circondariale e sarà dedicato esclusivamente a detenuti definitivi che non hanno rapporti con i propri famigliari. L’obiettivo è quello di offrire ai detenuti un’occasione di dialogo e di confronto con il mondo esterno, in forma anonima e riservata, mettendo a disposizione le competenze del servizio d’ascolto. Il progetto prenderà il via nel mese di gennaio 2023 e verrà attuato i lunedì mattina. Ogni colloquio avrà la durata di circa 30 minuti e al termine verrà compilata una scheda di rilevazione e restituzione.
Maria Antonietta Ferrario, presidente di Telefono Amico: «Dopo una lunga gestazione siamo arrivati a questa proposta dedicata ai detenuti senza reti sociali. Vogliamo concentrare l’attenzione sugli stati d’animo delle persone. Individuare delle criticità a partire dal problema del suicidio ma non solo. Vogliamo che si fidino di noi e liberino le loro emozioni affrontando la situazione dolorosa che vivono, aiutare a superare rabbia, delusione e depressione cercando di vedere gli aspetti positivi».
Lavoro di pubblica utilità con la Cooperativa Sociale Onlus Intrecci
La cooperativa è impegnata nella realizzazione di progetti volti al reinserimento sociale di persone in regime di detenzione, in particolare fornendo alla rete dei partner presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio, la figura dell’Agente di Rete.
Il progetto “Pixel”, attivo sul territorio e avente come capofila Enaip Lombardia, promuove interventi a favore di persone sottoposte a procedimenti penali con l’obiettivo il loro reinserimento nella società.
Nello specifico, propone un’iniziativa, da realizzarsi con il patrocinio del Comune e in collaborazione con la Casa Circondariale ed Enaip, che prevede un intervento di pubblica utilità, ad opera di alcuni detenuti, per la pulizia e l’imbiancatura del piano terra del Palazzo Cicogna, con il fine di dare il via ad un percorso di educazione ed inclusione sociale. Qualche settimana fa avevamo presentato le fioriere realizzate da alcuni detenuti.
Così Giovanni Formigoni di Intrecci, coordinatore dei progetti di contrasto all’emarginazione: «Da molti anni collaboriamo con il carcere e con Fondazione Enaip. Promuoviamo la figura dell’agente di rete per il reinserimento sociale. Per quest’anno realizzeremo i lavori di pubblica utilità in un luogo importante della città con la collaborazione di un maestro d’arte fornito da Enaip. Si svilupperà a fine mese e coinvolgerà 5 detenuti».
Aggiunge Reguzzoni: «Abbiamo scelto un luogo legato alla cultura che è il fil rouge che vogliamo seguire in questi progetti. Solo con la cultura possiamo sperare che le persone migliorino».
Il teatro entra in carcere
L’Associazione ‘Oblò Ets – Compagnia teatrale del carcere di Busto sta organizzando, infine, una serie di eventi dedicati al
tema del “Teatro in carcere” come strumento rieducativo, in occasione della Giornata Nazionale del Teatro in Carcere, celebrata in concomitanza con la Giornata Internazionale del Teatro, il 27 marzo.
In particolare il 24 marzo è prevista una Cena con delitto realizzata dagli attori detenuti della Casa Circondariale di
Busto Arsizio, presso la Casa Circondariale. Il 25 marzo si terrà, invece, un convegno dedicato al teatro in carcere come strumento di rieducazione che si svolgerà presso il Teatro S. Anna, con l’intervento di rappresentanti del Centro Giustizia Riparativa e con la presenza di un ex-detenuto che porterà la sua testimonianza rispetto all’esperienza teatrale vissuta in carcere. Sara Terlizzi, vicepresidente di Oblò: «Da 15 anni lavoriamo in carcere con la dramma terapia. Organizziamo un corso di teatro, una rassegna e le cene con delitto. Proprio quest’ultima modalità torna dopo 3 anni di sospensione. Con il convegno del 25 marzo vogliamo ricreare il legame tra il reo e la società».
Presente anche il commissario Di Girolamo, vicecomandante della Polizia Penitenziaria, che plaude a queste iniziative: «Veniamo da anni difficili ma alcune cose stanno cambiando in meglio per noi. Troviamo molto importanti queste iniziative che servono a migliorare il clima all’interno del carcere».
Il carcere continua ad ospitare, inoltre, un laboratorio di pasticceria e uno di falegnameria mentre la cooperativa del cappellano del carcere don Davide Maria Riboldi assicura un percorso lavorativo sia durante il periodo detentivo che in quello successivo. Anche il numero dei detenuti è sceso leggermente: attualmente la struttura ospita circa 375 detenuti.
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