Dagli operai di Cairate ai minatori di Cuasso al Monte, la reazione all’omicidio di Matteotti in provincia

Claudio Mezzanzanica, sulla base delle ricerche negli archivi, ricostruisce la diffusa opposizione al fascismo che si faceva regime. Una serie di iniziative che coinvolgevano la classe operaia, le donne, ma anche gli ex combattenti delusi

giacomo matteotti

Primavera 1931.
Sul muro del circolo operaio di Boladello a Cairate appare una grande scritta inneggiante a Matteotti. Sono trascorsi sette anni dall’assassinio del deputato socialista. Da sei il paese è dominato completamente dalla dittatura fascista. C’è un solo partito: il PNF, un solo sindacato: quello fascista. Niente più stampa libera, nessuna libertà di associazione. Eppure quella notte cinque operai di ventiquattro anni lanciano una sfida, onorando il deputato socialista assassinato.

Non sono i soli in quegli anni. Cesarino Lei, di diciotto anni, nel 1928 fonda l’associazione: “Per vendicare Matteotti”. Aderiscono in dieci, tre di loro avevano appena diciassette anni. Arrestati, quattro finiscono al confino.

Carlo Vernocchi, trentacinquenne di Crenna di Gallarate, ha comprato qualche anno prima una fotografia di Matteotti e l’ha nascosta in casa dietro una fotografia della Madonna. Una spiata informa la Milizia fascista che gli piomba in casa, distrugge la foto e porta Carlo nella sede del partito, dove lo picchia di santa ragione. I carabinieri nel loro rapporto lo definiscono un “deficiente”. Perché solo un deficiente, secondo loro, può avere in casa la foto di una delle persone più odiate dal regime. Ma Vernocchi non è il solo e soprattutto non è una persona da compatire. È un uomo attaccato alle proprie convinzioni che, in una dittatura, usa anche uno strumento povero come un’immagine nascosta per ribadire a sé stesso l’adesione ai propri ideali. La Milizia è consapevole del significato di quelle foto ed è attivissima nella loro ricerca, come in precedenza lo era stata nella caccia alle bandiere delle sezioni socialiste o dei circoli operai.

Non si sa chi ha scritto le canzoni in onore di Matteotti che circolavano in quegli anni. Sono creazioni popolari e si cantano nei cortili, nelle stalle, lontani da orecchie indiscrete. “Povero Matteotti, te l’hanno fatta brutta/quei vili assassini la vita t’han distrutta”. Così dicono alcuni versi e questo cantavano dei giovani nelle vie di Arcisate, una sera di ottobre del 1928. I fascisti danno loro la caccia, una caccia esasperata perché la provocazione è grande ma è una ricerca senza risultato. Se non si possono punire i responsabili del canto si puniscono tutti i cittadini. Ad Arcisate verranno chiusi i circoli per una settimana.

A Varese Matteotti è una figura che costituisce un filo rosso che si dipana durante tutto il Ventennio fascista. È un punto di riferimento all’interno del mondo delle fabbriche, dei circoli, delle vecchie Società di Mutuo Soccorso. Non può essere altrimenti. I mesi successivi al suo assassinio in provincia si ebbero manifestazioni che evidenziavano in modo inconfutabile la non adesione al fascismo da parte della maggioranza della popolazione.

Già il voto del 6 aprile, quello dei brogli, aveva decretato che qui il Listone Nazionale non raggiungeva neppure il 35% dei voti. Poi, all’indomani dell’omicidio di Matteotti e della reazione di Mussolini che vietava ogni manifestazione di protesta, il mondo operaio trovò comunque il modo di reagire. Si moltiplicarono le sottoscrizioni per la stampa “sovversiva”.

Aprile 1924: per le elezioni la violenza fascista si scatena sugli oppositori, anche in provincia di Varese

I principali quotidiani, come L’Avanti, erano spesso censurati o sequestrati. Dalle fabbriche e dai paesi arrivarono i soldi per sostenerli.
Tra il giugno del 1924 e il dicembre del 1925 oltre 2.500 persone sottoscrissero a loro favore in provincia di Varese. Lunghissimo è l’elenco di fabbriche e paesi da cui furono inviati i soldi. Le sottoscrizioni arrivarono da Maccagno Inferiore a Origgio, da Malnate e Sesto Calende.

A Cuasso al Monte, la prima volta sottoscrissero in 72. Poi ci furono altre tre sottoscrizioni nei mesi successivi e i voti alle tre liste di sinistra il 6 aprile erano stati solo 32. Sottoscrivevano uomini e donne, perché Matteotti era di tutti.

delitto Matteotti giornali

In Valle Olona trentasei donne di un orlificio inviarono 16 lire. Spesso chi sottoscriveva firmava con il nome e cognome. Era una sfida ad un potere repressivo che poteva presentarsi in qualsiasi momento nelle loro abitazioni senza alcun preavviso o motivazione, per minacciare, sfasciare, picchiare. Era un rito collettivo, poche le sottoscrizioni individuali.

Mentre migliaia sottoscrivevano, tra la fine del 1924 e l’inizio del 1925 si intensificano le iniziative per ricostituire le organizzazioni politiche. Nel novembre del 1924 all’albergo Antica Torre di Varese vengono arrestate alcune persone per una riunione non autorizzata volta a riorganizzare il Partito Comunista. A luglio, a Valle Olona, erano già stati arrestati per lo stesso motivo i fratelli Bortolasi e Francesco Trentini.

varese generica

I partiti che a Roma si erano ritirati dal Parlamento riunendosi nel cosiddetto Aventino organizzarono dei comitati unitari in provincia. Nell’autunno del 1924 nascono i comitati di Varese e Venegono Superiore, nel gennaio del 1925 nasce quello di Tradate.
I mesi dopo l’assassinio di Matteotti sono mesi di difficoltà per il regime fascista e a Varese i segnali sono molti. Nella primavera del 1925 viene sciolta l’Associazione Combattenti, che era stata la culla del fascismo in città mentre adesso al suo interno vengono fatte molte, troppe critiche al regime. Il suo esponente più illustre, il maestro Leone Boggio, ferito decorato invalido della prima guerra mondiale, lascia il partito.

Mussolini pensa di chiudere la crisi del delitto Matteotti con il famoso discorso in Parlamento del 3 gennaio del 1925 in cui rivendica politicamente e moralmente il fatto. Come abbiamo visto questo non ferma l’azione di protesta verso il suo regime. Quel discorso non seppellirà politicamente Matteotti.

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Pubblicato il 29 Aprile 2024
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