In arrivo da Roma altri 2 miliardi e 400 milioni

Inaugurato ufficialmente il terzo anno accademico dell’Università dell’Insubria. Assente il Ministro Zecchino che, però, riesce a farsi perdonare ugualmente

Ha preso il via ufficialmente il terzo anno accademico dell’Università dell’Insubria. Nel suggestivo scenario di Villa Erba a Cernobbio di Como, il magnifico rettore Renzo Dionigi ha fatto gli onori di casa davanti ad una nutrita platea, tra cui facevano spicco le assenze delle principali cariche istituzionali varesine. Mancava il sindaco Aldo Fumagalli, a Washington invitato alla manifestazione del ringraziamento, impossibilitato a partecipare il presidente della Provincia Massimo Ferrario, febbricitante. In loro vece si sono presentati la vicesindaco Bottelli e l’assessore all’istruzione Andrea Gambini. Un vuoto, quello varesino, reso ancora più evidente dall’assenza di politici della zona e da rappresentanti del mondo imprenditoriale.
 Per la verità, la cerimonia è stata disertata anche dal Ministro dell’Università Ortensio Zecchino, anche lui colpito dall’influenza. Ma la sua assenza è stata alleviata da un’ottima notizia.  In sua rappresentanza, il Ministro ha inviato un fax con la decisione fresca fresca di destinare altri due miliardi e quattrocento milioni al fondo di finanziamento ordinario dell’ateneo, che già ammontava a quasi 47 miliardi e mezzo. Il conto, in soldoni, serve per pagare, tra l’altro, i docenti che, quindi, potrebbero aumentare andando a colmare qualche lacuna che il giovane ateneo insubre sta ancora accusando.

Per il Rettore Dionigi, infatti, il consolidarsi, ad appena tre anni dalla nascita, è l’obiettivo primario, anche se la recente riforma didattica ha imposto una competizione regionale e nazionale in termini di offerta . Quindi, nonostante in questi ultimi dodici mesi si sia visto un incremento del corpo docente di 24 professori e di 10 ricercatori universitari, l’ateneo ha ancora necessità di rafforzarsi, pur non disdegnando le varie ipotesi di nuove offerte formative che potrebbero meglio rispondere alle esigenze del territorio. " Abbiamo avviato una serie di incontri preliminari con i Rettori delle Università di Pavia, Milano e del Politecnico per identificare la possibilità e le opportunità didattiche interuniversitarie." Collaborazione, dunque, e non  guerra.


 Nota dolente, dopo l’elenco dei successi, i servizi agli studenti. Ancora oggi, mancano i servizi primari per la popolazione studentesca: mense, trasporti, residenze universitarie. Due gli appelli di Dionigi: uno all’assessore regionale alle culture Ettore Albertoni, perché ci sia autonomia nella gestione dei fondi destinati al diritto allo studio, scavalcando l’ISU di Milano, l’altro rivolto alle autorità locali perché si prodighino maggiormente in favore di un ateneo che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città.
Nella relazione, Dionigi ha mischiato dati ufficiali a progetti, iniziative realizzate a ipotesi future. Un appello è stato ripetuto: maggiore attenzione da parte delle due città e delle loro popolazioni a ciò che fa e che offre l’ateneo.
E di un maggiore attaccamento della città ha parlato anche la rappresentante dei ragazzi chiamata ad esprimere il loro stato d’animo. Nella sua breve analisi, la giovane ha ribadito la mancanza di taluni servizi necessari per vivere degnamente l’esperienza universitaria e ha lanciato anche una proposta: istituire una facoltà ad indirizzo umanistico .

A chiusura della cerimonia ufficiale, Dionigi ha svelato il vincitore del premio "Rosa Comacina" , il riconoscimento nato con l’Insubria e destinato a persone di particolare importanza nel campo della cultura e della società. Per la prima edizione del terzo millennio, è stato scelto Monsignor Maggiolini, vescovo di Como, che, colto letteralmente di sorpresa, ha semplicemente ringraziato per l’onorificenza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Gennaio 2001
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