Vietnam, Golfo e Balcani. Le barbarie degli americani
Peacelink si impegna nella battaglia per la messa al bando delle armi all'uranio
Al Presidente del Consiglio Al Ministro degli Esteri Al Ministro della Difesa Alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato e al Presidente della Repubblica in quanto comandante delle Forze Armate Il Consiglio Atlantico e il Comitato politico della Nato affronteranno – su richiesta del governo italiano – la questione dell’uranio impoverito nella riunione di martedì prossimo, 9 gennaio, a Bruxelles. Chiediamo che il governo italiano, in quella sede, chieda alla Nato di pronunciarsi sul rispetto degli articoli 35 e 55 del Primo protocollo aggiuntivo delle Convenzioni di Ginevra del 1977. In questi giorni si e’ molto discusso in sede politica senza pero’ giungere alla consapevolezza che l’uso in guerra dell’uranio impoverito e’ proibito dalle tali norme del diritto internazionale umanitario. Gia’ oggi le armi all’uranio impoverito sono quindi illegali e vanno pertanto proibite senza dover aspettare futuri trattati o moratorie. Cio’ che va chiesto in sede Nato non e’ qualcosa di nuovo ma il riconoscimento esplicito e l’applicazione delle norme citate. E questo chiediamo che faccia il governo italiano esigendo un pronunciamento ufficiale in merito di tutte le nazioni della Nato che vincoli l’intera Alleanza al rispetto del Primo protocollo aggiuntivo. Il Primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 relativo alla tutela delle vittime dei conflitti armati internazionali fu approvato, sempre a Ginevra, in data 8 giugno 1977. Esso recepì – a pochi anni dalla fine della guerra del Vietnam, in cui vennero usate milioni di tonnellate di defogliante – le giuste preoccupazioni di chi aveva visto nelle nuove guerre un mezzo di distruzione dell’ambiente e di minaccia a lungo termine della salute umana. Le armi che gli Stati Uniti usarono nel Vietnam contro i vietcong si ritorsero contro gli stessi marines e un numero spropositato di essi si ammalò di linfoma non-Hodgkin e di sarcoma alla pelle. Si scopri’ poi che le diossine contenute nei defoglianti erano all’origine dei tumori nei soldati americani. Gli effetti furono ancora più catastrofici sull’ambiente del Vietnam e sulle popolazioni di quel paese. Le analogie con la storia di oggi sono fin troppo evidenti. Una crescendo di morti fra i militari e la popolazione civile si sta tragicamente ripetendo nei Balcani, dove la Nato ha usato armi ad uranio impoverito. A dispetto della parola "impoverito", tale uranio ha effetti radioattivi che persistono per circa 4 miliardi e mezzo di anni. Se si considera che la Terra si e’ originata 4,6 miliardi di anni fa, allora possiamo parlare di effetti nocivi praticamente per l’eternità. Alla luce di queste evidenze e’ urgente proibire le armi all’uranio impoverito come un atto di responsabilità verso i soldati, verso i civili e verso le future generazioni. |
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Alessandro Marescotti |
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