Trovate due lapidi nei sotterranei della scuola Cesare Battisti

Scoperte dall’assessore Candiani due grosse lastre di marmo risalenti al secolo scorso

Delle strane porte, con antri attualmente sconosciuti, percorrono la città sei metri sotto il piano di campagna. È una delle leggende della città che lentamente sembra trovare sempre più fondamento, man mano che si fanno piccole scoperte storiche.

"Mi sono recato nella cantina della Cesare Battisti per confermare l’esistenza di questa porta" racconta l’assessore alla cultura Stefano Candiani: "Sei metri sotto il piano di campagna mi sono ritrovato in un locale enorme: scendendo da quelle scale, che da anni non venivano usate, mi sono ritrovato di fronte a due cose enormi".

Si tratta di due lapidi monumentali in marmo di Carrara. Alte due metri e dieci per un metro e ottanta di larghezza, appoggiate sul pianerottolo, le lapidi sembra risalgano all’inizio del ‘900 e che appartenessero all’allora proprietario della villa, attualmente sede comunale e scolastica. Su queste lapidi vi sono una serie di nomi: sono infatti elencati tutti i benefattori della città a partire dal 1600.

"Non si sa quando queste dediche, queste lapidi monumentali siano state tolte e dove prima fossero poste" prosegue Candiani "nessuno si ricorda dove fossero situate. Di sicuro adesso non le lasceremo ancora lì: il problema è che per spostarle ci vogliono almeno sei o sette uomini".

"A Tradate e ai suoi benefattori" è infatti la dicitura che precede la serie di nomi, tutti regolarmente accompagnati dalla dicitura "don" (dominus, signore). Una ventina di nomi su due lastre che partono dalla metà del ‘600 fino ad arrivare all’inizio del ‘900.

E adesso, cosa si vuole fare di queste lastre? "Adesso vogliamo tirarle fuori" conclude l’assessore "pulirle, trovare uno sponsor e uno spazio dove poterle ricollocare".

Nell’angusta cantina inoltre è stata trovata in un muro anche una porta chiusa. Adesso nelle cantine del centro di Tradate sono già due le porte trovate oltre le quali non si sa cosa vi sia: una in villa Saporiti, una nella scuola Battisti, entrambe a sei metri sotto il livello di campagna. Una volta aperte le porte, le due lapidi potrebbero non rimanere un caso isolato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Marzo 2001
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