Antonio Di Pietro: «Un attacco a chi ha fatto solo il suo dovere»
Roma - Attacco ad Abate - L'ex magistrato simbolo di Mani Pulite, in questa intervista a Varesenews, difende Agostino Abate e critica l'operato del ministro Castelli
Parla al telefono dal suo ufficio di Roma, il senatore Antonio Di Pietro. Riflette, poi commenta, senza esitazioni.
Senatore Di Pietro, cosa pensa dell’azione disciplinare nei confronti di Agostino Abate e della posizione minacciosa assunta dal giornale della Lega?
«E’ un altro esempio di uso delle istituzioni per fini personali. C’è la volontà di destabilizzare la magistratura e fare vendetta verso chi ha soltanto fatto il proprio dovere».
Conosce Agostino Abate?
«Abate non è un magistrato qualsiasi. Egli fece solo il suo dovere, quando si trovò a indagare sulla Lega. Bossi lo attaccò in modo spregevole. Ci fu una querela e una sentenza che condannò proprio Bossi. Ora, mi pare che si cerchi, utilizzando un’ispezione amministrativa, di colpire chi non è gradito».
L’ispezione, secondo la Padania, partirebbe da un appunto su uno dei suoi fascicoli che direbbe ‘mi occupo solo io dei procedimenti su Bossi e la Lega’.
«Guardi, da un punto di vista strettamente tecnico, quella frase non è rilevante. In tutte le procure di Italia si organizza il lavoro accorpando i fascicoli per argomento. E’ ovvio che chi indaga su un fatto, debba avere a disposizione tutti gli elementi che riguardano quella data vicenda. E’ pleonastico».
Che conclusioni trae da questo episodio?
«Che siamo di fronte all’uso strumentale di una funzione. In un paese normale si chiederebbe l’impeachment del ministro Castelli, e certamente le sue dimissioni».
Il clima generale, nei rapporti tra magistratura e politica, è sempre più teso.
«Sì, ma sono stanco di questa storia del clima generale, come se ci fosse uno scontro tra opposti estremismi. Qui c’è qualcuno che entra a gamba tesa, a calci negli stinchi e altri che invece si devono difendere dalle accuse».
E’ sorpreso dal tenore di questo attacco ad Agostino Abate?
«Per nulla. Distinguo tra gli elettori leghisti e la classe dirigente. Quest’ultima diceva “Roma ladrona” ma oggi non si sta comportando bene. E la gente lo sa».
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