Code fino alle 20, rivoluzione del traffico riuscita a metà
Luci e ombre nella prima giornata. Imbottigliamenti alternati a tratti scorrevoli. Nicoletti: «Possibili dei cambiamenti»
Il D-Day del traffico varesino finisce alle 20. Quando la coda svapora, in via Cavour e in via Copelli filtra un po’ di aria buona e Varese all’ora di cena torna quella vuota di sempre. Sul campo le cose sono andate in verità maluccio. In serata, l’assessore Nicoletti dirà: «Abbiamo visto alcuni problemi, sono possibili cambiamenti». In trincea, dalle 14 alle 20, i vigili urbani e gli addetti dell’Ufficio strade hanno lavorato con grande impegno. Verso la fine della giornata via Copelli è una camera a gas. Sulle auto facce stremate. Funziona però lo sfogo verso via Metastasio, da molti giudicato una via di fuga obbligata. All’incrocio di piazza della Motta una barriera maledetta da molti. Franco Giovannacci, 53 anni guarda perplesso la coda. «Io abito in via Timavo e domani mattina, per andare ad Arcisate, dovrò passare dalla caserma Garibaldi, a che ora mi devo svegliare?». In via degli Alpini solita coda, alla caserma Garibaldi vigili in affanno. Via Volta, alle 18 e 30, però, scorre bene. Dalle transenne i vigili guardano come generali l’assalto delle auto. «Ne abbiamo viste di peggio, non sta andando male» sussurrano. Telefonata al comando dei vigili. Immaginiamo graduati con mappe della città sul tavolo. Giudizio compassato: «Ci sono delle criticità ma il disagio è nel complesso contenuto» è la versione che otteniamo. Giriamo a sinistra, andiamo davanti al cinema Impero. Scorrevole. La Camera di commercio sopravvive. In via Carrobbio addirittura il vuoto. Ma i negozianti protestano. E’ uno dei punti dolenti della strategia Nicoletti. Uno per tutti, Antonio Cairoli, proprietario della pizzeria Zei: «Non passa nessuno, è gioco dell’oca arrivare qui. La chiusura della piazza non è una cattiva idea, ma non così». Gianluca Borghi, titolare del negozio più trendy della via, il canapaio: «Oggi sembra quasi una via pedonale». A destra della chiesa i vigili presidiano venti metri di terra di nessuno, è un po’ la no fly zone, che blocca l’accesso da via Copelli. Ne risente tutto l’isolato. Anche nella via S.Francesco, con il senso di marcia ribaltato, la circolazione è scarsa. Per verificare l’effetto che fa, andiamo al parcheggio dell’Aci. «Va male – spiegano i due dipendenti al baracchino – guardi qua. Sabato abbiamo staccato 454 scontrini, oggi 150». Entra una donna. Quanto ci ha messo a venire qua? Ci manda a quel paese. Un’immagine simbolo: alle 19 via Carrobbio e via S.Francesco sono vuote, via Copelli è ancora piena. La gente al volante è inferocita, alcuni urlano da soli in auto per la disperazione. Torniamo in via Volta, alla “diga” che impedisce il passaggio in piazza Monte Grappa. Seguiamo, questa volta, il flusso verso via Bagaini. La strada è scorrevole fino a largo Resistenza. Ma lì c’è un tappo. La fila di auto è costretta a girare a destra e immettersi in via Cavour, rallentando le vetture che provengono da quella via. Quando la sera scende, sull’asfalto della prima giornata di sperimentazione, il bilancio è con ombre e luci. Commercianti, automobilisti e pedoni discutono in capannelli. Ovunque c’è un varesino che parla della battaglia del traffico combattuta da automobilisti e vigili urbani. C’è bisogno di tempo, analisi più meditate e anche di maggiore buona volontà da parte di tutti. Due impressioni però sono nette: l’inversione delle vie Carrobbio e S.Francesco ha reso quelle vie quasi vuote, ma ha accentuato, a causa della chiusura della svolta a sinistra verso la chiesa della Motta, l’imbottigliamento in via Copelli via Degli Alpini. C’è uno squilibrio. E manca qualche via di fuga. Tempo fino al 5 maggio per vedere che succede. |
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